La rivoluzione di Cienfuegos "per non vivere in ginocchio"

"C’è un popolo intero disposto a morire, se è necessario, per non vivere in ginocchio!"

Cuba ha rappresentato per svariate generazione un luogo di un sogno concreto. La sfida di una piccola isola al gigante statunitense. Il sogno irrazionale di una rivoluzione che forse non si è mai realmente concretizzata e che però è sopravvissuta a decenni di boicottaggi del gigante americano. 
Cuba è l’Isola che ha reso Ernesto Guevara il Che, che ha dato a tutti un eroe, che ha fatto della politica un racconto romantico. Ma è anche l’isola della dittatura di Fidel, dei diritti umani non rispettati delle sofferenze nelle carceri. 
In questa immagine a due facce che da sempre accompagna la storia della rivoluzione cubana ci sono personaggi che sono stati abbandonati nel dimenticatoi forse perché troppo ingombranti. Camilo Cienfuegos è stato il comandante di quella rivoluzione che liberò Cuba da Batista e dal giogo americano. Tra i vari comandanti rivoluzionari è stato sin da subito il più amato dal popolo cubano. Ancora oggi il suo nome e la sua figura sono capaci di accendere le speranze e i cuori dei cubani. Cienfuegos, forse più di Guevara, rappresenta il sogno rivoluzionario nella cultura popolare dell’isola e il suo appellativo,“il comandante del Popolo“, lascia capire chiaramente la sua popolarità. Camillo Cienfuegos era cubano impegnato con alle spalle una tipica storia cubana. Nato da anarchici spagnoli emigrati a cuba, il 10 marzo de 1952 quando Fulgencio Batista stava attuando il suo golpe, insieme con altri giovani si spese nelle lotta di resistenza. Nel 1953 andò negli States in cerca i fortuna. Anche negli USA partecipò a svariate manifestazione con gli operai latinoamericani e nel 1955 fu arrestato e detenuto a San Francisco e deportato poi in Messico.
Nel 1955 rientrò a Cuba. L’isola era ancora sotto il potere di Batista e Cienfuegos fu subito bollato come pericoloso comunista e perseguitato. Essendo impossibile per lui trovare lavoro, fu costretto ad emigrare nuovamente e nel 1956 andò in esilio negli USA. Nello stesso anno però riuscì a stabilire un contatto con Fidel Castro in Messico e fu scelto pre la spedizione di Granma. Durante la guerra rivoluzionaria diventato capitano sul campo si occupa delll’avanguardia e stabilisce un forte legame con il Che. Dopo la rivoluzione fu il capo supremo dell’Esercito Rivoluzionario cubano e si occupò della riforma agraria. Camilo era il più amato dal popolo per la sua umiltà e per la capacità che aveva di imporsi come leader naturale. Anche il Che ne era affascinato e di lui disse: “Camilo era Camilo, signore dell’avanguardia, guerrigliero completo che sapeva imporsi in quella guerra con sua la giovialità“.
La morte di Cienfuegos è coperta dal mistero. Ora ufficialmente in un incidente aereo ma non sono mai stati trovati i resti né i resti del veicolo, né quelli dell’equipaggio. 
La Cuba che sognava Camilo, quella che sognava Guevara e forse anche quella che sognava Fidel, non ha mai visto la luce. Gli equilibri internazionali dettati della guerra fredda strinsero la piccola isola in un conflitto globale che rese impossibile la sua indipendenza ed il suo percorso. 
Della rivoluzione cubana però resta e resterà per sempre l’ostinazione di un gruppo dirigente che è riuscito a tenere testa agli USA anche dopo la caduta del muro. Cuba, con la sua storia, la sua ostinazione e con la sua caparbietà non si è mai arresa, non ha smesso di resistere. Anche con la fase del disgelo avviata da Raul Castro e Barack Obama, nel marzo del 2016, Cuba ha solo aperto le sue porte ad un occidente ormai debole che non spaventa più, non ha alzato bandiera bianca.

“Tanto alta e ferma come la Sierra Maestra sono oggi la dignità, come l’onore ed il valore del popolo di Cuba. Tanto alto come il picco invincibile del Turquino, è oggi e sarà sempre l’appoggio di questo popolo cubano alla Rivoluzione, che è stata fatta per questo popolo cubano.  
In questo pomeriggio si dimostra che non importano i vili tradimenti che si possono fare a questo popolo e a questa Rivoluzione, non importa che vengano aerei mercenari pilotati da criminali di guerra e protetti dagli interessi poderosi del governo nordamericano, perché qui  c’è un popolo che non si fa confondere dai traditori, c’è un popolo che non teme l’aviazione mercenaria.
Perché il popolo di Cuba sa che per ogni traditore che sorge ci saranno nuove leve di rivoluzionari a favore del popolo.
Perché il popolo cubano sa che per ogni traditore che sorge, ci saranno mille soldati ribelli disposti a morire difendendo la Patria e la sovranità conquistate da questo popolo, perché vediamo i cartelli e udiamo le voci di questo popolo coraggioso che dice: “Avanti Fidel, che Cuba è con te. 
E oggi l’Esercito Ribelle, gli uomini che sono andati sulle montagne, gli uomini che non si vendono per interesse, che non hanno paura, gli dicono“Avanti Fidel, che l’Esercito Ribelle è con te
Perché oggi si dimostra che così come ventimila cubani hanno saputo morire per conquistare questa libertà e questa sovranità, c’è un popolo intero disposto a morire, se è necessario, per non vivere in ginocchio! 
Perché per fermare questa Rivoluzione cubanissima deve morire un popolo intero e se questo succederà, saranno una realtà i versi di Bonifacio Byrne: “Se distrutta in minuscoli pezzi vedrò  un giorno la mia bandiera, i nostri morti alzando le braccia la sapranno difendere ancora…” 
Ci metteremo in ginocchio e una volta inclineremo le nostre fronti e sarà il giorno che giungeremo nella terra cubana  che custodisce ventimila cubani, per dire “Fratelli, la Rivoluzione è fatta  e il vostro sangue non è stato versato invano”.