di Siep
Si è pentito. Lo ha scritto. Lo ha detto al giudice. Lo aveva già fatto, ma stavolta in aula Paolo Pietropaolo, accusato di tentato omicidio premeditato, stalking e procurato parto anticipato ha aggiunto qualcosa in più: "Lei mi tradiva, ho perso la testa". Confessa l'uomo che ha dato fuoco alla compagna incinta e non chiede clemenza ma vuole rendere note le sue ragioni. lo spiega l'avvocato Gennaro Razzino, legale di Paolo Pietropaolo, l'uomo che lo scorso febbraio ha dato fuoco alla ex compagna, Carla Ilenia Caiazzo. Si è svolta l'udienza del processo con rito abbreviato rinviata al prossimo 23 novembre per le conclusioni. Poi la camera di consiglio. Carla con il viso e il corpo devastato dalle fiamme, era incinta all'ottavo mese e fu fatta partorire dai medici al suo arrivo in ospedale. Ieri il suo racconto drammatico a Porta a Porta. Carla ha ricordato i momenti precedenti il dramma. “Mi telefonò per un ultimo incontro, voleva darmi un regalino per la bambina. Ci vedemmo e in effetti mi diede un cappellino. Poi disse che ne aveva altri di regali ma li aveva dimenticati, mi disse di aspettarlo lì perché me li potesse consegnare. Mentre andava a prenderli si raccomandò: “Aspettami, forse non ti rivedrò mai più per darteli”. Io non diedi pesi alle sue parole”.
E poi: “Prima ha tentato di strangolarmi, poi mi ha cosparso di liquido infiammabile. Mentre bruciavo l’ho visto salire sulla mia macchina e l’ho sentito gridare: “Ora vatti a divertire, vedi come ti ho combinata”. Poi ho perso i sensi. Sono stata in coma per 21 giorni”.