Fortuna, udienza Gup per Titò. «Ergastolo per lui e Marianna»

Oggi udienza preliminare per il Raimondo Caputo presunto assassino. La madre di Chicca parla

Al via l'udienza preliminare. La madre di Chicca a Pomeriggio Cinque: "Mia figlia voleva vivere, crescere, andare a scuola, non si sarebbe mai buttata giù"

Caivano.  

Fortuna Loffredo abusa e uccisa a sei anni. Oggi Raimondo Caputo e Marianna Fabozzi saranno in aula ad Aversa per l'udienza preliminare. Il processo è quello della piccola bimba morta al Parco Verde di Caivano al Tribunale di Napoli Nord ad Aversa, davanti al Gup Barbara Del Pizzo.

Ci sarà l'udienza preliminare a carico del 44enne Raimondo Caputo, accusato di aver ucciso il 24 giugno del 2014 la piccola Fortuna Loffredo - aveva sei anni - dopo averla gettata da una terrazza all'ottavo piano di uno degli edifici che compongono il popoloso complesso residenziale di Caivano denominato «Parco Verde». 

La mamma di Fortuna, in collegamento con Barbara D’Urso a Pomeriggio Cinque, ha dichiarato: "Aspettavo da tanto questa giornata. Spero che sia detta tutta la verità, devono prendere l’ergastolo tutti e due, hanno tolto la vita a una bambina. Mia figlia voleva vivere, crescere, andare a scuola, non si sarebbe mai buttata giù. Domani sarò in udienza, li guarderò in faccia. Andrò con mio padre, mia madre e due avvocati".

A Raimondo Caputo è contestato anche il reato di violenza sessuale commesso ai danni di Fortuna e nei confronti delle tre figlie minori dell'ex compagna Marianna Fabozzi. Quest'ultima, tuttora detenuta, comparirà davanti al giudice ma non per l'omicidio ma peer concorso negli abusi sessuali compiuti ai danni delle figlie. Proprio una delle bimba era l'amica intima di Fortuna, divenuta durante la fase delle indagini testimone chiave dell'intera vicenda; fu la piccola vittima delle violenze a confidare a psicologi e inquirenti che Fortuna, detta «Chicca», era stata gettata da Titò - così chiamava il patrigno Raimondo Caputo - dalla terrazza dello stabile di Parco Verde in cui vivevano perché si era rifiutata di subire altri abusi. Dopo di lei anche le sorelline hanno accusato Caputo (difeso da Paolino Bonavita).

Dichiarazioni confermate poi in sede di incidente probatorio. Alle tre minori si è poi aggiunta una quarta ragazzina che ha confermato le accuse al 44enne.