La sentenza del Tribunale di Nola porta la firma del gip Federica Colucci. Con il rito abbreviato sono stati condannati ad un secolo e mezzo di carcere 19 imputati con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, favoreggiamento, estorsioni e intimidazioni. Si tratta dei nuovi boss ed affiliati della camorra nolana, coloro i quali tentarono di dominare il territorio dopo la cattura dei fratelli Russo avvenuta nel 2013. Tra i condannati Marcello Di Domenico (oggi collaboratore di giustizia), Ciro Di Domenico, un ispettore di polizia ed altri affiliati.
Le condanne sono pesanti: Marco Assegnati (un anno da aggiungere alla pena già assegnata con sentenza del 2011); Amor Belarbi (otto anni); Raffaele Belarbi (8 anni) Stefano De Luca (3 anni); Salvatore De Martino (11 anni e sei mesi); Pasquale De Santis (9 anni e 4 mesi); Francesco De Sena (8 anni ed 8 mesi); Vincenzo De Simone (15 anni ed 8 mesi); Ciro Di Domenico (10 anni ed 8 mesi); Marcello Di Domenico (13 anni e 2 mesi); Nicola Di Palma classe 71 (12 anni ed 8mesi); Michelina Esposito (10 anni); Pasquale Ferrara (un anno); Michele Marotta (16 anni); Michele Monda (un anno); Giovanni Putrella (10 anni); Fermo Roberto (4 anni); Arcangelo Romeo ( 9 anni e 4 mesi); Luigi Sgambato (11 anni).
Diciannove imputati che andavano sostanzialmente a costituire tre clan che si sono fatti la guerra a colpi di estorsioni, bombe e intimidazioni, tentando così di conquistare il territorio rimasto orfano delle "primule rosse" Pasquale, Carmine e Salvatore Russo. La sentenza del gip Colucci conferma l'esistenza dei tre gruppi criminali che era supportati nelle loro azioni persino da esponenti delle forze dell'ordine. Come ad esempio, l'ex ispettore della polizia Pasquale De Santis.
Faro