Parco Verde.«I miei figli violentati da un amico di famiglia»

Da quelle palazzine del Parco Verde di Caivano spunta una nuova storia di violenza e abusi

Caivano.  

Da quelle sabbie del tutto che tutto ingoiano spunta una nuova storia di violenza e orrore. Da quelle palazzine del Parco Verde di Caivano spunta una nuova storia di violenza e abusi su bimbi innocenti. Succede ancora una volta tra quelle case e quei palazzi da cui precipitò la piccola Fortuna Loffredo due anni fa, abusata e uccisa dall'orco. 

Questa volta, i protagonisti del dramma sono due fratelli, vittime dello stesso carnefice. A raccontarlo è la madre, distrutta dal dolore e dall’incertezza. «La vita dei miei figli è stata spezzata, fermata in un tempo che non riusciranno più a vivere. Il mio ultimo figlio ha iniziato a subire le violenze di quello che per noi era da sempre un amico di famiglia, a soli 9 anni». La madre dei due piccoli lo racconta a Il Mattino e spiega come soprattutto il figlio minore da allora non si è mai ripreso. Vive fobie, paure e il terrore degli adulti. Non riesce ad uscire solo di casa ed evita gli amici. I familiari dei bimbi chiedono giustizia e spiegano che il presunto responsabile è ancora a piede libero in attesa di giudizio.

Intanto il 21 settembre prossimo ad Aversa, presso il Tribunale di Napoli Nord avrà luogo, alla presenza Gup Barbara Del Pizzo, l’udienza preliminare a carico del 44enne Raimondo Caputo, l’unico imputato per l’omicidio, avvenuto il 24 giugno del 2014, della piccola Fortuna Loffredo, di appena 6 anni. Caputo è accusato di averla gettata da una terrazza all’ottavo piano di uno degli edifici del   «Parco Verde», a Caivano. Caputo è anche accusato di violenza sessuale ai danni di Fortuna e nei confronti delle tre figlie minori dell’ex compagna Marianna Fabozzi, anche lei accusata di aver partecipato a tali abusi. Una delle 3 bambine era molto amica della piccola Fortuna, tanto da assumere il ruolo di testimone chiave durante le  indagini. Fu intatti lei   a raccontare, a psicologi e inquirenti, che Fortuna, detta «Chicca», era stata buttata giù  da Titò – così chiamava il patrigno Raimondo Caputo – dalla terrazza dello stabile di Parco Verde in cui vivevano in quanto si era rifiutata di subire altri abusi. Dopo di lei anche le sorelline hanno accusato Caputo (difeso dall’avvocato Paolino Bonavita); le dichiarazioni sono state confermate successivamente in sede di incidente probatorio. Una quarta ragazzina s’è aggiunta alle testimonianze delle tre minori sorelle confermando le accuse al 44enne. Intanto, diversi giorni fa è stata rigettata la richiesta di arresti domiciliari, avanzata dal legale della Fabozzi, Salvatore Di Mezza; quest0ultimo ha poi presentato ricorso per Cassazione.