Choc: entrano in casa incappucciati e rapiscono il bimbo

Il piccolo era stato affidato ad una casa famiglia a Cassino

Giugliano in Campania.  

Di lui si sono perse le tracce da 22 giorni. È stato rapito e portato via. Si tratta del piccolo Stefano, bimbo rom di sette anni, che era stato affidato ad una casa famiglia di Cassino dal tribunale dei minori. A rapire il piccolo, secondo gli operatori del centro, è stato il padre che è ora ricercato dalle forze dell’ordine. Un irruzione da film al cardiopalma che gli operatori del centro raccontano con paura.

Tutto è successo poco dopo le otto e trenta di sera del primo agosto. In due hanno bussato al campanello. Un’operatrice, credendo fosse una collega, ha aperto senza esitare la porta ritrovandosi di fronte due uomini incappucciati. I piccoli stavano cenando. I due hanno fatto irruzione e minacciando le operatrici a non fare resistenza, nella sala dove cenavano. Uno dei due ha chiamato per nome il piccolo e pare proprio fosse il padre. Il tutto è accaduto davanti agli occhi increduli di altri bambini, tra cui anche la sorella del piccolo rom, ragazzina di appena 16 anni.

Immediata la denuncia ai carabinieri di Cassino. Sono scattate le ricerche. Le operatrici avrebbero telefonato al padre che avrebbe comunicato una sola volta lapidario: «Lo riporto domani». Poi il silenzio, il telefono squilla a vuoto. L’uomo risiedeva al campo rom di Giugliano, l’ex campo 7 in località Masseria del Pozzo, poi trasferito a giugno in una ex fabbrica di fuochi d’artificio di via San Francesco a Patria. Il padre, la madre e gli altri figli erano soliti sostare nel giuglianese ma anche a Roma, nel parcheggio di casetta Mattei. Dalle ricerche, però, nulla è stato trovato.

La polizia e i carabinieri di Giugliano, diretti dal dirigente Trocino e dal capitano De Lise, hanno eseguito diversi controlli senza risultato alcuno.