"Vincenzo è stato ucciso perché non sapeva recitare il corano"

Vincenzo D'Allestro, nato a Piedimonte Matese viveva ad Acerra: morto a Dacca

"Vincenzo era un ragazzo d'oro - dice Imperadore - che partecipava attivamente con un gruppo di amici all'organizzazione della festa del Grano"

Acerra.  

Uccisi perchè non conoscevano il Corano. La strage, il sangue, la follia Isis. La conferma della presenza di italiani tra le vittime dell’attentato a Dacca in Bangladesh è arrivata ieri, momenti terribili per chi otteneva la conferma della morte di una persone cara per colpa della follia jihadista. Resi noti i nomi delle vittime scorrono le storie di chi viveva fino a poche ore fa e il cui destino è stato tragicamente interrotto dall'orrore della violenza di una guerra e della follia di un martirio, una strage di innocenti. 

Si chiamava Vincenzo D’Allestro, di 46 anni, era nato in Svizzera ma da una famiglia casertana (Piedimonte Matese) e si trasferì ad Acerra meno di un anno fa. Vincenzo era nel locale dove è avvenuta la strage insieme a Nadia Benedetti che nella città ha un negozio. Lascia una moglie, Maria Gaudio, anche lei originaria di Piedimonte Matese.

Le forze di sicurezza hanno assaltato il ristorante all’alba e dopo quattro ore di scontro a fuoco con i terroristi sono riusciti a salvare 13 ostaggi: “Uccidevano chi non sapeva recitare il corano“, hanno raccontato i sopravvissuti. Venti persone barbaramente trucidate, tra cui nove italiani, di cui una donna al settimo mese di gravidanza, sette giapponesi, una studentessa indiana appena 19enne e tre bengalesi dei quali uno era cittadino americano.

Dei sette terroristi del commando, sei sono stati uccisi e uno catturato. Nel locale al momento del blitz terroristico c’erano 11 italiani, lo chef più 10 ospiti. La Farnesina ha confermato i nomi delle nove vittime nel primo pomeriggio di ieri. Sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Riboli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli Simona Monti.

Nato a Wetzikon, in Svizzera, D'Allestro era nel locale dove è avvenuta la strage in compagnia di un'altra delle vittime italiane, Nadia Benedetti, che nella capitale ha un negozio. Anche la moglie, Maria Gaudio, coetanea di Vincenzo, è originaria di Piedimonte Matese. Vincenzo e Maria si erano sposati nel 1993.

"Come un fulmine a ciel sereno - dichiara il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri - giunge la notizia che una delle vittime della violenza di Dacca è un nostro concittadino. Ci stringiamo alla famiglia di Vincenzo D'Allestro, venuto ad abitare ad Acerra da circa un anno. Al dolore per la strage si aggiunge l'orrore per i modi particolarmente efferati con i quali i terroristi islamisti hanno dato la morte agli ostaggi. Esprimo tutto il cordoglio mio e dell'intera comunità di Acerra".
 

Cordoglio per le vittime di Dacca è stato espresso anche dal ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, ospite a Ischia del Premio internazionale di giornalismo.

L'imprenditore era quasi sempre fuori per lavoro. "Non si vedevano quasi mai - dice una vicina di casa - sono persone a modo e molto cordiali". L'ingresso del palazzo dove abitava D'Allestro è presidiato da due pattuglie della polizia municipale e della polizia di Stato.

In lutto anche i paesi di San Potito Sannitico e Piedimonte Matese, due comuni confinanti: D'Allestro era originario del secondo e ci ha vissuto fino all'anno scorrso ed era molto conosciuto anche a San Potito. I sindaci Enzo Cappello (Piedimonte) e Franco Imperadore (San Potito) hanno già fatto disporre a mezz'asta le bandiere issate ai rispettivi palazzi municipali; Imperadore ha anche rinviato la Festa del grano.

Siep