Muscarà: "Vergogna Eav: apertura in pompa magna e si trancia un cavo?"

"Una tragedia evitabile sul monte Faito. "Il dolore non basta. Ora verità e giustizia"

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Muscarà: "Vergogna Eav: lavori straordinari, apertura in pompa magna e si trancia un cavo? Una tragedia evitabile"

Castellammare di Stabia.  

"Siamo di fronte all’ennesima tragedia che colpisce il nostro territorio e che poteva – anzi doveva – essere evitata. Quattro morti e un ferito grave: questo è l’esito straziante del crollo della cabina della funivia del Faito. Una vergogna che ha un nome e un cognome: Eav e i suoi vertici".

A parlare è la consigliera regionale indipendente Marì Muscarà, che oltre a esprimere dolore e vicinanza alle famiglie delle vittime, denuncia con fermezza l’inaccettabile gestione dell’Eav e il silenzio delle istituzioni.

In un Paese serio, dopo una simile catastrofe, le dimissioni sarebbero immediate. Il presidente Umberto De Gregorio - e chi l’ha voluto e mantenuto alla guida dell’Eav - devono lasciare subito ogni incarico. La magistratura faccia luce, indaghi senza sconti e individui le responsabilità di chi ha agito con superficialità e incompetenza".

La consigliera sottolinea le gravi contraddizioni degli ultimi giorni: «Solo poche ore prima, un comunicato dell’Eav rassicurava l’opinione pubblica, dichiarando che “tutti i passeggeri erano in salvo”.

E l’8 aprile si annunciava con enfasi la sostituzione dei cavi, dopo i lavori straordinari per la riapertura della funivia. Allora cosa è successo? Come è possibile che dopo questi lavori si sia verificato un simile disastro?»

Muscarà ricorda infine le gravi responsabilità politiche e gestionali che affondano le radici già nella scorsa legislatura:

"Oltre 600 milioni di euro pubblici furono destinati all’Eav per ripianare debiti e farne una vetrina elettorale, lasciando senza risorse altre società di trasporto e compromettendo l’intero sistema regionale della mobilità. Ma con quei soldi quale sicurezza è stata garantita? Nessuna. Oggi paghiamo le conseguenze di una politica che ha preferito apparire piuttosto che prevenire".

"Il dolore non basta. È tempo di fare nomi, pretendere verità e giustizia. Basta silenzi, basta passerelle. La magistratura intervenga subito".