Brucia azienda chimica, inferno a Caivano: "Intervenga commissione ecomafie"

L'appello del deputato dei Verdi Sinistra Francesco Borrelli

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Caivano.  

Poco dopo le 17 di ieri Pascarola, la zona industriale di Caivano, si è trasformata in un infermo di fiamme e nero fumo che ha cominciato poi ad invadere tutto il territorio fino a raggiungere i comuni limitrofi. Ad andare in fiamme i capannoni dell'azienda chimica Chimpex Industriale Spa. Al momento dello scoppio dell'incendio erano presenti 70 operai che sono riusciti tutti a mettersi in salvo. La Chimpex industriale spa era stata sottoposta a sequestro lo scorso 20 gennaio dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale del Gruppo Carabinieri Forestali di Napoli. L'accusa contestata dalla Procura di Napoli Nord era quella di versare le acque reflue, esito del ciclo produttivo di cosmetici e detergenti, direttamente nel collettore fognario dell'ASI di Caivano-Pascarola e di qui nei Regi Lagni, senza che i liquami transitassero attraverso l'impianto di depurazione. Da allora l'azienda aveva proseguito l'attività sottoposta all'amministrazione giudiziaria. Sul luogo del maxi-incendio si è recato nella notte il deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio BORRELLI mentre i Vigili del Fuoco erano intenti a domare le fiamme anche con l'utilizzo di droni. "Venire qui, sul luogo del disastro - afferma BORRELLI -, è un segnale di vicinanza alla popolazione ma anche un modo per mandare un messaggio di solidarietà a coloro che si stanno operando per spegnere il rogo. Questa azienda ha un fatturato di circa 150 milioni di euro, gestisce e distribuisce prodotti chimici come ad esempio cloro, biossido di cloro, ipoclorito, acido peracetico etc. che possono rappresentare un serio rischio in caso di incendio, oltre a solventi e vernici altamente infiammabili. Non è la prima volta che accade qualcosa di simile, infatti il 19 giugno 2023 un incendio colpì lo stabilimento di un'azienda nella zona industriale di Bari. Le fiamme, inizialmente sviluppatesi in un'area contenente prodotti alimentari, si sono poi propagate a circa 28.000 litri di solventi infiammabili stoccati. Insomma abbiamo a che fare con aziende che producono sostanze pericolosissime che possono diventare veleni in caso di incendi ed anche se non smaltite in modo legale. Un disastro che poteva e doveva essere evitato. Per questo ho chiesto alla COMMISSIONE ECOMAFIE di intervenire su questa vicenda. Hanno fatto bene i Sindaci a chiudere precauzionalmente le scuole mentre non si capisce perché si è deciso di far andare a lavoro tutti coloro che operano nelle aziende situate a pochi metri dall'area oggetto del mega incendio".