Omicidio Santo Romano, niente perizia psichiatrica per l'assassino

Il giudice Polito del Tribunale Minori di Napoli ha rinviato l'udienza al 29 aprile

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La madre Filomena chiede "Giustizia vera per tutti i ragazzi"

Napoli.  

E’ stata rinviata al prossimo 29 aprile l’udienza del processo per l' omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso a colpi di pistola a San Sebastiano al Vesuvio la notte tra il 1 e il 2 novembre scorsi durante una lite per futili motivi, a causa di un paio di scarpe di marca francese da 500 euro, sporcate accidentalmente da un amico di Santo Romano. Il giovane calciatore era intervenuto per sedare la lite ma è rimasto ucciso a colpi di pistola. L’omicida, un 17enne di Barra con precedenti legati allo spaccio di droga, si è poi dato alla fuga a bordo della Smart di proprietà del padre e successivamente si sarebbe liberato dell’arma del delitto gettandola in un tombino.  Il minore è accusato di omicidio volontario aggravato.

Questa mattina si è aperto il processo presso il Tribunale dei Minori di Napoli. L’avvocato della difesa ha chiesto il rito abbreviato e ha rinnovato la richiesta di una perizia psichiatrica per il 17enne, come già avvenuto durante l’udienza di convalida dell’arresto, ma la giudice Anna Polito l’ha respinta.

Fuori al Tribunale sui Colli Aminei una folla di ragazzi si è radunata in attesa di notizie.

Un bus partito da Volla ha accompagnato i familiari e gli amici della vittima. Presenti la mamma Filomena De Mare e il deputato Francesco Emilio Borrelli. I ragazzi indossano magliette con il volto di Santo Romano, cartelloni e striscioni con la scritta "Giustizia per Santo".

Molti dei presenti indossavano una maglietta bianca con su impresso il volto di Santo e adesivi a forma di cuore con su scritto "Santo Vive".

“Confidiamo nella vera e sana giustizia”. Queste le parole di Filomena De Mare, la madre del 19 enne Santo Romano.  «Mi aspetto pene severe, la continuità di queste pene - ha risposto la De Mare ai cronisti - una pena deve essere scontata per intero senza premi né sconti. Chi ha avuto il coraggio di aver fatto questo deve poi anche avere il coraggio di scontarsi tutta la pena».

A chi le chiede se si aspettasse tutta questa attenzione, risponde: «Le persone che mi seguono non sono altro che mamme come me. Sono stanche di tutto questo. La giustizia questo deve vedere: non che la mamma di Santo è fuori al Tribunale, ma che il popolo è fuori al Tribunale perché si è stancato e ha bisogno di pene certe per fermare la mano di questi minori.

Simona e la scarpa di Santo, non riesco più a separarmene

"Spero che la giustizia possa mettere in campo tutto cio' che ha a disposizione per tutelare noi, la famiglia e tutti i ragazzi che escono la sera. In giro c'e' ancora troppa criminalita' che va combattuta". A dirlo e' Simona, la fidanzata 18enne di Santo Romano che abbraccia la scarpa di calcio del fidanzato ucciso. Santo militava come portiere nell' Asd Micri di Pomigliano d' Arco. Simona, lancia un forte messaggio:"La giustizia c'e', risponde e punisce chi commette reati cosi' gravi" "Con questa scarpa ci dormo: non riesco piu' a separarmene. E' la prima volta che la porto in pubblico dopo un po' di tempo perche' e' qualcosa di Santo in un giorno cosi' importante".