Al via le operazioni preparatorie per l’abbattimento di Palazzo Fienga, l’ex roccaforte del clan Gionta a Torre Annunziata. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, sarà presente in città per presiedere un comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presso l’istituto alberghiero Graziani. L'avvio dei lavori prevede la consegna delle chiavi del cancello, che da dieci anni sigilla l’accesso al civico di via Bertone 46, alla ditta incaricata della bonifica dell’area.
I tempi dell’intervento
La prima fase del progetto prevede lo sfalcio della vegetazione e la pulizia dell’edificio per permettere l’accesso ai tecnici e la verifica di eventuali connessioni strutturali con gli edifici laterali disabitati. Questa operazione, secondo il cronoprogramma, dovrebbe durare tre settimane. Successivamente, l'Agenzia del Demanio redigerà un piano di fattibilità tecnico-economico, dando il via alla conferenza dei servizi e alla gara d’appalto integrato per la demolizione.
Dalla camorra alla riqualificazione urbana
L’obiettivo dell’intervento è chiaro: eliminare il simbolo del potere criminale e restituire l’area alla cittadinanza con la creazione di un parco urbano e di una piazza della legalità. Per anni si sono valutate diverse opzioni, tra cui la riconversione dell’edificio in un presidio per le forze dell’ordine o la conservazione parziale della struttura. Tuttavia, queste soluzioni avrebbero richiesto ingenti risorse economiche, portando alla scelta definitiva dell’abbattimento.
Controllo del territorio e lotta alla criminalità
Parallelamente, le forze dell’ordine e la Procura di Torre Annunziata hanno intensificato le operazioni di contrasto alla criminalità. Nei giorni scorsi è stato fermato un uomo ritenuto responsabile di numerosi atti vandalici ai danni di autovetture, mentre i controlli notturni sono stati potenziati per arginare l’ondata di furti in abitazioni denunciata dai cittadini. Inoltre, nella giornata di ieri, la polizia municipale, guidata dal tenente colonnello Giovanni Forgione, ha rimosso altarini e striscioni in onore di esponenti della criminalità organizzata nel centro storico. Un ulteriore segnale per riaffermare la presenza dello Stato in un territorio segnato per anni dal dominio camorristico.