La rivolta è scoppiata all’interno del reparto Milano e ha coinvolto decine di ristretti che, stando alla poche informazioni fin qui trapelate, avrebbero messo a soqquadro le celle e danneggiato alcune suppellettili. Se l’escalation di violenza non ha avuto esiti tragici è stato grazie al tempestivo intervento della polizia penitenziaria: oltre cento agenti sono stati infatti impegnati fino alla prima serata di ieri per contenere l’emergenza e riportare la calma all’interno dell’istituto. Il caso è però tutt’altro che chiuso.
Sulla vicenda è stata infatti aperta un’indagine, finalizzata a individuare i responsabili della rivolta. Ancora non del tutto chiari, invece, i motivi della protesta: anche su questo fronte i primi dettagli potrebbero però arrivare nelle prossime ore.
La protesta andata in scena rimanda intanto la memoria ai drammatici fatti dell’8 marzo 2020, quando in pieno lockdown si è scatenato il panico all’interno della casa circondariale “Giuseppe Salvia”: detenuti in rivolta, suppellettili distrutte o addirittura incendiate, così come interi padiglioni, e diversi agenti di polizia penitenziaria minacciati di morte da esponenti della criminalità organizzata. Dopo due anni di indagini, la Procura a novembre 2022 aveva chiesto e ottenuto la fissazione dell’udienza preliminare per 56 imputati accusati di aver preso parte alla rivolta. Momenti di tensione si erano però registrati anche ad agosto scorso, quando nel carcere di Poggioreale, il più affollato d’Europa, un detenuto ha incendiato un materasso e nell’istituto di pena si è scatenato il caos.
La vicenda era stata raccontata da Tiziana Guacci, segretario per la Campania del Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria:
"Un detenuto italiano, recluso nel primo piano del reparto Avellino (in cui sono presenti 151 detenuti) aveva una visita programmata di mattina: in prima battuta -ha rifiutato la visita, poi ci voleva andare, ma purtroppo per lui, la visita era già stata annullata. Poi, ha chiamato dicendo che si sentiva male. "Mentre il collega apriva per farlo scendere al pronto soccorso per le cure del caso i detenuti hanno prima dato vita alla battitura e poi incendiato un materasso nella sezione".
Il fumo generato dall’incendio aveva portato all’evacuazione di tutti i detenuti del primo piano e secondo piano, che sono stati condotti nelle aree dedicate al passeggio. Quasi tutti erano stati refertati. Le condizioni del carcere di Poggioreale continuano ancora oggi a essere allarmanti, ma continua ad aumentare anche il numero dei detenuti che ad oggi è superiore a 2.000, nonostante la chiusura del reparto Napoli, che ospitava circa 350 persone. Pochi giorni fa un altro episodio di violenza si era verificato nel carcere minorile di Nisida, con un detenuto straniero che aveva provato ad accoltellare un altro detenuto dopo una precedente lite.