Blitz della Dia di Napoli contro il clan Amato-Pagano, cosca nata nel quartiere di Scampia del capoluogo campano e poi, dopo le tre faide con i suoi scissionisti, approdata a Melito e nelle zone circostanti, oltre ad aver mantenuto sacche di presenza tra Scampia e il limitrofo quartiere di Secondigliano. Sono 53 gli indagati a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione di armi ed altri reati, destinatari di misura cautelari.
Il provvedimento - si legge in una nota - "trae origine dalle indagini a carico di esponenti apicali del clan Amato Pagano, sodalizio criminale nato a seguito della sanguinosa 'scissione' dallo storico clan Di Lauro, e per questo definito anche clan degli 'scissionisti'".
Gratteri: clan addestrava minori per estorsioni
"Addestrava minori per le estorsioni, il clan Amato-Pagano, che si occupa di estorsioni e droga, e nel quale il ruolo delle donne era apicale, come quello della reggente, Rosaria Pagano, detenuta al 41bis": lo ha detto il procuratore di NAPOLI Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa. "Su Tik-tok e Instagram - ha detto ancora Gratteri - il clan mostrava orologi d'oro e macchine e barche di lusso, per esternare il suo potere e la sua ricchezza - incassavano 8mila euro al mese dalle estorsioni - e per dimostrare di essere dei vincenti, per farsi pubblicità". "Questo è l'elemento nuovo, - ha sottolineato Gratteri - in Italia la prima mafia che ha utilizzato i social è stata la camorra, mentre i primi al mondo sono i messicani. L'uso dei social adottati dai giovani, quali sono Tik-Tok e Instagram, è proprio finalizzato a rivolgersi ai giovani"