"Renà non mi lasciare": sarebbero state queste le ultime parole pronunciate dal 18enne Arcangelo Correra, raggiunto da un colpo di pistola alla testa esploso dalla pistola impugnata dal 19enne Renato Caiafa. E' stato quest'ultimo a raccontarlo al giudice per le indagini preliminari, durante l'udienza di convalida del fermo.
Il magistrato ha disposto la custodia cautelare in carcere: le accuse contestate sono di omicidio colposo, porto e ricettazione d'arma. Arcangelo, dunque, non sarebbe morto sul colpo ma dopo alcuni, drammatici minuti.
A ripercorrerli è stato Renato, che al gip ha confermato la stessa versione fornita inizialmente alla Polizia: il colpo è partito per errore e si è trattato di una fatalità.
Accompagnato dal suo avvocato Giuseppe De Gregorio, il 19enne ha ripetuto che stava maneggiando una pistola con il caricatore modificato, trovata casualmente sulla ruota di un'auto.
Gli accertamenti investigativi proseguono: la Squadra mobile vuole accertare la reale provenienza della pistola e come Caiafa ne sia effettivamente venuto in possesso.