Di Giacomo: Rinvio decreto carceri rafforza clima di tensione tra i detenuti

L'intervento del segretario generale del sindacato polizia penitenziaria

di giacomo rinvio decreto carceri rafforza clima di tensione tra i detenuti

L’unico fatto certo è che in questi primi sei mesi dell’anno l’“emergenza carcere” ha raggiunto il livello storico più allarmante di sempre...

Napoli.  

"Il rinvio in consiglio dei ministri del decreto carceri dopo l’annuncio fatto dal ministro della giustizia, Carlo Nordio, attraverso Il Sole 24 Ore, dandolo per “cosa fatta”, non è solo l’ennesima brutta figura rimediata dal ministro in una situazione di gravissima emergenza ma introduce nuovi dubbi su chi all’interno del Ministero rema contro."

Così Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato polizia penitenziaria, per il quale: "è evidente dalle dichiarazioni diffuse da tempo che ci sono visioni diverse e contrapposte tra due sottosegretari - Ostellari e Del Mastro - e che il clima di confusione è sempre più diffuso. Del resto, non è casuale che sia lo stesso sottosegretario Ostellari a tentare di giustificare il rinvio anche se è difficile nascondere lo scontro in atto in particolare tra i partiti della maggioranza che sostiene il Governo Meloni in particolare su cosa fare per svuotare le carceri senza però far ricorso a sconti di pena.

Risulta dunque davvero complicato semplicemente ipotizzare cosa si sta pensando al Ministero per accontentare tutte le anime di centrodestra. L’unico fatto certo è che in questi primi sei mesi dell’anno l’“emergenza carcere” ha raggiunto il livello storico più allarmante di sempre. I numeri non sono smentibili: 45 i suicidi in carcere nel 2024 contro i 28 dello stesso periodo dello scorso anno, ma ci sono altre 56 vittime per le quali sono ancora numerosi i casi di cause da accertare e per le quali non si può escludere nulla; i tentati suicidi sono stati 877 contro 821, per diverse centinaia è stato l’immediato intervento del personale a scongiurare altre vittime; le evasioni e i tentativi di fuga più 700%, con la pronta risposta del personale e comunque la cattura degli evasi; le aggressioni al personale di Polizia penitenziaria (881 contro 688) con le carceri campane al primo posto, seguite da quelle lombarde e laziali; le manifestazioni di protesta collettive (599 contro 440), i ferimenti ( 286 contro 264) e le colluttazioni (2.203 contro 2.055).

Ancora: i detenuti sono aumentati di 14mila unità con una media di circa 300 al mese - sono complessivamente 61.468, a fronte di 47.067 posti regolarmente disponibili, per un indice di sovraffollamento pari al 130,59% - e di contro il personale è diminuito (per effetto dei pensionamenti) di 18mila unità, solo in piccolissima parte compensato da nuove assunzioni; il ritrovamento di stupefacenti e di telefonini segnano rispettivamente più 400% e più 600%.

Questi numeri - dice Di Giacomo - fanno diventare, inequivocabilmente, le carceri italiane le peggiori in Europa e le avvicinano a quelle sudamericane, come del resto confermano le continue sentenze di condanna per lo Stato Italiano da parte degli organismi dell’Ue in materia giustizia e sistema penale.

A pesare sul clima di forte tensione e incertezza che si è creato negli istituti avviati a vivere un’estate “caldissima” di rivolte, fughe ed aggressioni, adesso - conclude Di Giacomo - si inserisce il “giallo” del rinvio del decreto carcere”.