Ha 80 anni la persona a sollevare la cornetta. Dall’altro lato del telefono un maresciallo dei carabinieri. Tuo figlio è stato arrestato, dice, ha investito una donna incinta.
Una scappatoia è possibile, la vittima è disponibile ad accogliere un risarcimento. L’anziano è travolto dalla preoccupazione.
Subito dopo il telefono squilla di nuovo. E’ una donna, il legale incaricato dalla gravida ferita per concordare la somma e definire una “conciliazione”. 30mila euro circa il prezzo della cauzione.
Qualcuno sarebbe passato a ritirare il denaro, a domicilio. Prima dei truffatori, però, torna a casa il figlio dell’80enne.
L’anziano accoglie il figlio per le scale, gli chiede spiegazioni. Come poteva essere stato così incosciente e distratto? Aveva rischiato di uccidere una donna incinta.
L’uomo, 51 anni, è confuso. Non riesce a capire cosa stia dicendo il padre. Di chi parla? Poi comprende tutto quando il papà gli racconta delle telefonate ricevute.
Non c’è tempo per riflettere. Compone il 112 e allerta i carabinieri di Piano di Sorrento. I militari organizzano un appostamento in pochi minuti. Decidono che lo scambio deve avvenire comunque.
Gli occhi di decine di carabinieri avrebbero tutelato la vittima. Il copione viene rispettato, dal truffatore, dall’anziano e dai militari. Il finale è a sorpresa solo per una 22enne napoletana. Finisce in manette, con un sacchetto bianco tra le mani, quello appena consegnato dall’anziano. E’ ora ai domiciliari, in attesa di giudizio. Dovrà rispondere di truffa.