“La nostra comunità non può essere condannata a contare i morti per patologie oncologiche conseguenti all’inquinamento, mentre i responsabili del disastro non sono obbligati a risarcire il danno ambientale. Lo Stato sta tradendo il patto sociale con il quale si è obbligato a difendere i propri cittadini.
Confidiamo, pertanto, in un suo rapido ed utile intervento quale rappresentante di questa comunità martire del disastro ambientale, affinché la giustizia ambientale possa vincere laddove altri interventi statali si sono rivelati inadeguati”: si conclude così la lettera che i 7 consiglieri comunali di Coalizione Civica X Acerra stanno inviando a tutti i parlamentari eletti nel collegio uninominale e plurinominale di Camera e Senato di Acerra, dopo aver appreso che la Corte di Cassazione ha annullato il sequestro di prevenzione dei beni, per un valore di 222 milioni di euro, riconducibili agli imprenditori Pellini di Acerra, condannati per il reato di disastro con sentenza della Corte d’Appello di Napoli, passata in giudicato in quanto confermata con sentenza della Corte di Cassazione I sezione penale n. 58023 del 29/12/2017.
Nel giudizio penale definito con la citata sentenza - proseguono i 7 consiglieri comunali - la costituzione di parte civile del Comune di Acerra non fu ammessa dal Tribunale di Napoli in quanto unico soggetto legittimato ad agire, per il risarcimento del danno ambientale, è lo Stato in base alla parte VI del TU Ambientale approvato con D.lgs. 152/06.
Il Ministero dell’Ambiente, sollecitato anche dall’Amministrazione Comunale dell’epoca, esercitò puntualmente l’azione di danno pubblico ambientale mediante costituzione di parte civile nel processo penale ma dopo la sentenza definitiva, nonostante più volte compulsato, non risulta che il Ministero dell’Ambiente abbia posto in essere alcuna azione per rendere effettivo il risarcimento del danno ambientale per i gravi delitti definitivamente accertati.
Inspiegabilmente, il giudizio civile per la quantificazione e liquidazione del danno ambientale prioritariamente in forma specifica, obbligatorio in base alle vigenti norme europee e nazionali, non sarebbe stato avviato.
Tale omissione - concludono i 7 consiglieri comunali tutti espressione di liste civiche - oltre a violare la direttiva dell’Unione europea sul risarcimento del danno ambientale ed i principi del Trattato in materia ambientale, costituirebbe grave responsabilità erariale e penale. Riteniamo che lo Stato debba intervenire senza ulteriore ed inspiegabile ritardo”.
La lettera arriverà nelle prossime ore al deputato Carmela Auriemma(M5S) e al senatore Raffaele De Rosa (eletto con il M5S e poi passato a Forza Italia), vincitori dei collegi uninominali, anche, tra gli altri, ai senatori Matteo Renzi, Dario Franceschini, Sergio Rastrelli e Francesco Silvestro, nonché ai deputati Marco Sarracino, Marta Schifone, Annarita Patriarca, Ettore Rosato, Francesco Emilio Borrelli.