Muore schiacciato nel porto di Napoli: "La strage continua, ora basta"

La rabbia dei sindacati. La morte di Gaspare Davì. L'autorità portuale: sempre obiettivo sicurezza

muore schiacciato nel porto di napoli la strage continua ora basta
Napoli.  

 "E' importante sottolineare che il nostro sistema portuale è in continua crescita e non bisogna mai fare in modo che questa esigenza vada a danno della sicurezza. Il nostro obiettivo sarà sempre quello della tutela assoluta della sicurezza sul lavoro. Non ci può essere business senza la tutela della sicurezza sul lavoro". Lo afferma il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale (AdSP) del Mar Tirreno Centrale, Andrea Annunziata, a proposito dell'incidente che è costato la vita al marittimo trapanese Gaspare Davì avvenuto ieri sera al porto di Napoli. "Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia del lavoratore, ai lavoratori suoi colleghi e alle imprese portuali", prosegue Annunziata, e "siamo vicini a tutte le persone coinvolte e a quelli che sono impegnati tutti i giorni in un lavoro così complesso e delicato come le operazioni di bordo. Come Autorità di Sistema Portuale sollecitiamo tutti, sempre, alla massima attenzione sui luoghi di lavoro. Non andiamo oltre sulle responsabilità, che accerterà la magistratura". L'incidente, viene ricostruito in una nota dell'Autorità portuale, è avvenuto "intorno alle ore 19.50, a bordo del traghetto ro-pax Gnv Antares, ormeggiato al terminal Grandi Navi Veloci, nella Calata del Piliero, tra Calata Porta di Massa e il Molo Angioino". Il marittimo, "membro dell'equipaggio della nave - prosegue l'autorità portuale - è morto schiacciato da un carrello, un mezzo pesante utilizzato nella movimentazione della merce durante le operazioni di carico e scarico della nave. La nave, in servizio regolare, era prossima alla partenza per il porto di Palermo. Le dinamiche dell'incidente sono ancora da accertare, un lavoro di cui se ne occuperà la magistratura. Celere e immediato l'intervento dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale". Era dal 2007, viene sottolineato, che nel porto di Napoli non avveniva un incidente mortale "legato alle operazioni portuali di bordo, evento che negli anni successivi portò alla nascita, a Napoli come in altri porti italiani, del Sistema Operativo Integrato (Soi), un protocollo tra Asl, Autorità Portuale, Capitaneria di porto, Ispettorato territoriale del Lavoro, Inail, Inps e imprese che ha contribuito ad abbattere gli incidenti sul lavoro spingendo sulla diffusione della cultura della sicurezza e sulla formazione".

Sgambati (Uil), la strage va fermata

"Un'altra vittima, un altro operaio morto a soli 45 anni mentre era a lavoro, questa è una strage che va fermata. L'indignazione non basta servono azioni forti, il governo ci ascolti". Così Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil di Napoli e Campania, commentando l'ennesima tragedia sul lavoro, questa volta, nel porto di Napoli. "Il prossimo 11 aprile - dice - saremo in sciopero perché il mondo del lavoro pretende risposte, pretende azioni adesso. Servono più ispettori, servono controlli, serve frenare le gare al ribasso e i sub appalti. Serve una procura speciale per gli incidenti sul lavoro, per tutelare la vita delle persone. Perché la morte sul lavoro non è semplice fatalità, ma è un vero e proprio omicidio. Fermiamo questa mannaia". 

Mannino (Cgil), dolore e rabbia

"Gli incidenti sul lavoro continuano a essere una drammatica emergenza nel nostro Paese. La Sicilia piange oggi la morte del lavoratore marittimo di Trapani, 45 anni, padre di due figli, vittima di un incidente nel porto di Napol nelle fasi di imbarco mezzi nel Ferry Antares della Gnv, diretto a Palermo". Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino  "C'è dolore - aggiunge Mannino -ma anche rabbia, non è infatti accettabile che si muoia così, mentre si lavora". Il segretario della Cgil sottolinea come i marittimi, costretti a lavorare lontano da casa, siano spesso sotto pagati. Svolgono un lavoro usurante - aggiunge Mannino - ma non per lo Stato italiano, che ha decurtato con l'ultima finanziaria l'indennità di malattia. Il marittimo in pratica non può ammalarsi, però muore in modo tragico ,come in quest'ultimo caso". Mannino sottolinea che "l'attenzione verso la sicurezza non è mai abbastanza, un motivo in più per aderire allo sciopero dell' 11 aprile indetto dalla Cgil e dalla Uil, vista l'assenza di risposte da parte del governo nazionale su un tema così importante".

Langella: non siamo un Paese Civile

"Siamo stanchi di leggere fiumi di parole e commenti inutili - dice il segretario generale Alfonso Langella - che ogni volta accompagnano una morte assurda come quella avvenuta ieri sera. Non spetta a noi individuare le responsabilità, ma come sindacato chiediamo alle istituzioni nazionali e locali di fermare questa ondata di tragiche morti e di intervenire sulle norme relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro, che evidentemente non sono sufficienti o adeguate. Non possiamo definirci un Paese civile se un lavoratore rischia ogni giorno di perdere la vita in questo modo". "Facciamo un appello accorato alle istituzioni - aggiunge Langella - oggi manca una formazione continua e strutturale, che dev'essere in capo a tutte le aziende. Accanto a questo, vanno intensificati i controlli ed emesse sanzioni più severe. Se non prendiamo la situazione di petto, continueremo solo a piangere i morti".