Uno sparviero della specie accipiter nisus è stato rinvenuto ferito in località Colli di San Pietro alle falde del Monte Vicalvano da un passante che ha immediatamente allertato il WWF Terre del Tirreno che ha consegnato il rapace ai Servizi Veterinari che hanno trasferito l'uccello al Centro di Recupero Fauna Selvatica "Il Frullone" di Napoli per sottoporlo alle cure con l'auspicio che possa recuperare la capacità di volare.
“Il fenomeno della caccia senza regole nel nostro territorio è duro a morire - spiega Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno - lo sparviero è un grosso falco diurno e non si può confondere con nessuna altra specie cacciabile, chi l’ha colpito l’ha fatto deliberatamente! Purtroppo quotidianamente di uccelli ne vengono sparati e catturati a decine, con gabbie trappola e reti, per alimentare le richieste di appassionati e collezionisti del mercato illegale di prede da cucinare o, nel caso di esemplari rari (rapaci notturni, rigogoli, gheppi, sparvieri, ecc.), da imbalsamare e rivendere a collezionisti sul mercato clandestino. Sulle montagne con i volontari del WWF abbiamo individuato in questi giorni nuove postazioni fisse di caccia e reti vietate dalla legge. I controlli purtroppo sono sempre più scarsi, laddove non inesistenti, e per tale motivo le attività venatorie sono esercitate il più delle volte in modo fuorilegge nella certezza dell’impunità”.
Sono 5-6 milioni l'anno gli uccelli vittime dei bracconieri in Italia
Spiegano i volontari dell'Associazione: "Siamo all’inizio dell’inverno e, a causa di un autunno caldo, sono ancora tanti gli uccelli migratori in viaggio verso sud, in direzione delle aree dove passeranno l’inverno e da dove ripartiranno la prossima primavera per tornare in Europa. Sono sempre più numerosi gli appassionati di birdwatching che osservano questo straordinario ed emozionante fenomeno, oltre agli scienziati che studiano gli uccelli migratori, inanellandoli e seguendone le rotte per conoscerli sempre meglio. Per poterli proteggere è infatti importante individuare le minacce che incombono: dal consumo di suolo ai cambiamenti climatici, che colpiscono le aree di nidificazione così come quelle di sosta utilizzate durante la migrazione, oltre al fenomeno diffuso del bracconaggio".
Secondo Birdlife International, con 5-6 milioni di uccelli uccisi illegalmente ogni anno, l’Italia è la seconda classificata nel triste campionato del bracconaggio nel bacino del Mediterraneo, subito dopo l’Egitto. Nonostante la costante diminuzione dei cacciatori italiani, la caccia continua a rappresentare una delle principali cause di perdita di biodiversità e diffusione delle illegalità. Uno studio commissionato dal WWF dimostra come in coincidenza del periodo della caccia aumenta in maniera esponenziale il numero di esemplari appartenenti a specie protette (soprattutto rapaci) che vengono ricoverati nei centri di recupero animali selvatici.