“Pene certe e severe per i baby criminali, perchè nessuna madre viva più la mia tragedia”. Così Daniela Di Maggio, la madre di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso per futili motivi lo scorso 31 agosto, commenta la notizia dell'arresto per tentato omicidio del 15enne, accusato di aver accoltellato un 20enne a Napoli. Daniela Di Maggio dalla morte di suo figlio Giogiò invoca una legge nuova, adeguata al cambiamento generazionale, che ha visto ribaltati valori e scelte dei giovanissimi.
“Il vero problema è quello della crisi dei valori, si è innescata violenza inaudita nelle giovani generazioni – spiega la signora Daniela -. Io ho perso un figlio meraviglioso, è stato ucciso un ragazzo che aiutava la comunità. Servono pene giuste per dei ragazzi che non possono essere più chiamati ragazzi. Il killer di mio figlio è andato a giocare a carte, dopo che ha ucciso il mio adorato figlio. Questo 17enne aveva predenti per rapine di rolex, truffe e tentato omicidio all'età di 14 anni. Era stato messo in prova. Una scelta insensata quella dei giudici e assistenti sociali, che ha permesso all'assassino di mio figlio di uscire e uccidere, di compiere del male. Basta con questi crimini efferati, si perdono anime stupende e non è possibile. Va riformata questa legge beffa del 1998, I minori di oggi non sono quelli di trenta anni fa. Per questo io mi sto battendo per adeguare una legge alle nuove generazioni”.
Domenica ,a Napoli, si terrà la messa di trigesimo per suo figlio Giogiò nella chiesa di San Giovanni Maggiore Pignatelli, alle ore 18. A seguire, alle ore venti, si terrà nel teatro Politeama il Concerto Sinfonico della Nuova Orchestra Scarlatti, diretto da Beatrice Venezi in memoria di Giovanbattista. “Sarà un evento speciale per ricordare la forza della musica contro le barbarie”, spiega Daniela Di Maggio. Poi l’attacco ai modelli sbagliati che danneggiano l’immagine di Napoli: «quei ragazzini che vanno in giro vestiti con collane d’oro e armi addosso non sono minorenni come quelli degli anni ’80. Per questo serve un immediato adeguamento della legge. Chi spara a 16 anni non è un ragazzino, ma un killer. Questi ragazzi vanno giudicati per i crimini che compiono, non tutelati perchè sono minorenni».
Daniela chiede giustizia per la morte del figlio e invoca una riforma normativa per i reati gravi commessi da minori, come ha fatto ieri marciando a Roma con tanti ragazzi, e incontrando il viceministro Mantovano. «Non è possibile che un ragazzo di 17 anni sia giudicato come un bambino. Non sono ragazzini quelli che girano con una pistola, ma manovalanza della camorra. Non deve più accadere che il brutto di questa città uccida il bello. Le istituzioni mi sono state vicine, il caso di mio figlio ha scosso le coscienze di tutta Italia. L'indignazione è tanta. Il viceministro Mantovano mi ha detto che si potrà lavorare per far scontare tutta la pena ai minori, e sarebbe già un grande risultato. Alle madri di questi ragazzi violenti e criminali chiedo di essere presenti. Questi giovani sono lasciati a se stessi, al male, alla strada. Queste madri vanno riformate. Sono orribili donne se consentite ai vostri figli di compiere crudeltà”