Caivano, il procuratore antimafia Melillo: "Nessuno si volti dall'altra parte"

È mancato Stato sociale, ma serve anche patto di impegno civile

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Caivano.  

Ha incontrato i residenti di Caivano nella chiesa di San Paolo Apostolo, la parrocchia di Don Patriciello. Un'ora e mezza di confronto  sui problemi di Caivano "e delle tante Caivano d'Italia" per il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo giunto al parco Verde a dare solidarietà alla comunità ancora scossa dalle violenze consumate ai danni delle due cuginette.

Melillo ha risposto alla domanda di una maggiore presenza dello Stato che è stata avanzata da più parti invitando i cittadini a non voltarsi dall'altra parte e a difendere la democrazia fatta di diritti e doveri. "Perché le democrazie così come nascono  si ammalano e muoiono. Nessuno può voltarsi dall'altra parte".

"Si è vero - ha aggiunto il magistrato - che qui lo Stato ha fallito, ma non nel senso che non c'e' stato proprio, ma nel senso che qui c'è stata solo una parte dello Stato. Posso testimoniare che la Procura Distrettuale di Napoli ha sempre considerato Caivano una priorità, ma non basta. Quello che e' mancato e' lo Stato dell' inclusione sociale, della protezione sociale, quella parte di Stato cui competono politiche educative. Questo Stato e' mancato, qui come in altri luoghi, e questo deficit assume i contorni della fuga dalle responsabilità delle classi dirigenti".

"Attorno a questo la comunita' di Caivano deve sviluppare una domanda non semplicemente di sicurezza ma di emancipazione. Io spero che ai provvedimenti repressivi se ne accompagnino altri per nuovi assistenti sociali o per nuovi campi dove far fare sport ai ragazzi. Questo perché quando lo Stato non c'è e' anche perché viene meno la domanda di Stato". "I provvedimenti legislativi - ha proseguito il magistrato Antimafia - sono una soluzione ai problemi generali ma Caivano non può fermarsi qui. Tornero' nei prossimi mesi - l'impegno del procuratore - credo che questo cammino vostro debba continuare su altri versanti e Caivano deve diventare promotore di un patto di impegno civile che deve riguardare tutte le persone di qui"

Don Patriciello: a Caivano il governo ci ha messo la faccia

Don Maurizio Patriciello dall'altare della parrocchia di San Paolo al Parco Verde torna sulle polemiche seguite all'arrivo del governo a Caivano:

"Ho già risposto a Saviano che aveva definito la visita del governo la fine. Ma la fine di che? Caro Roberto, di diagnosi ne abbiamo piene le tasche, ma la terapia?" le parole del parroco che sul punto ha sollecitato anche il pensiero di Melillo. "Penso sia importante - il richiamo del magistrato - quello che è accaduto nelle scorse settimane qui con il Presidente del Consiglio che è venuto a Caivano assieme ad alcuni ministri. E trovo incredibile che ci si possa dividere sul fatto che sia importante che lo Stato dimostri capacità di essere presente. Su alcuni argomenti come mafia, corruzione, il Paese non deve dividersi mai. Credo che su questo terreno non siano consentite divisioni che rischiano di far marcire le radici di una comunita' democratica ed e' importante che sia stato Caivano a offrire questa prova"

"Ai caivanesi - ha proseguito Melillo - dico ancora una volta di riconoscersi il merito di essere stati bravi a ottenere cose importanti perche' molte di quelle misure approvate non sono valide solo per Caivano. A partire da quelle sulla delinquenza minorile con un minore che ora sa che può essere arrestato se porta una pistola ma anche che per lui non si butterà la chiave ma che ci sarà sempre un percorso di riabilitazione. Ci sono questioni - ha ribadito Melillo - su cui bisogna riconoscere le cose positive o negative fatte prescindendo da ogni considerazione di parte o a prescindere da chi le faccia. E su Caivano sono state date risposte concrete e alcune, per quanto piccole, hanno anche un grande valore valore simbolico"