Sorrento, all'indomani della tragedia di Furore l'appello di Charter Campania

La magistratura sta indagando sulle cause dell'incidente a Furore costato la vita a una statunitense

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Secondo l'Associazione dei Charter Nautici della Campania si ripropone il tentativo di mortificare un settore che nella sola realtà di Napoli e Salerno conta oltre tremila addetti. Il tentativo di introdurre la figura del capo barca a traffico locale

Sorrento.  

Il tragico incidente avvenuto al lagro del fiordo di Furore, nella costiera amalfitana, continua a stare al centro del dibattito sui social e sui media per il clamore suscitato dalla vicenda e dalla notorietà della vittima statunitense, ma anche per quanto riguarda il problema dell'affollamento di natanti nel mare che fa registrare numeri da capogiro. alla stregua del traffico su strada con cui sempre la costiera fa i conti in termini di crisi della mobilità e di frequenti incidenti purtroppo anche mortali.

Sul banco degli imputati per l'accaduto è finito il conducente del gozzo Apreamare di 9 metri con a bordo la famiglia di quattro persone fra cui la signora Vaughan deceduta a seguito dell'impatto con con una nave adibita a trasporto passeggeri con circa 70 ospiti a bordo.

"Non demonizziamo il settore, si aspetti il giudizio della magistratura..."

L'Associazione Charter Campania ha immediatamente espresso cordoglio e solidarietà alla famiglia colpita da questo grave lutto ma rimane neutrale nel giudizi, auspicando che l'operato della magistratura possa fare chiarezza sulle cause della tragedia e sulle relative responsabilità dei soggetti coinvolti.
 
"Purtroppo, nonostante entrambe le unità coinvolte facciano riferimento a società di trasporto passeggeri e nessuna delle due faccia parte dei nostri associati, paradossalmente il presidente dell'Associazione Italiana Armatori Trasporto Passeggeri (Aiatp) ha rilasciato dichiarazioni alla stampa lesive ed  accusatorie per il comparto del charter, senza aspettare nemmeno la conclusione delle indagini.
 
L'obiettivo sembra essere quello di sfruttare l’onda emotiva creata da questa tragedia per spingere le istituzioni a far disapplicare il nuovo Codice della Nautica (2018) creato appositamente per regolamentare i natanti e le imbarcazioni da diporto, applicando invece la normativa prevista per il trasporto pubblico non di linea (legge quadro 21/92) nata per regolare, come comprensibile dalla parola, tutt’altra materia dal diporto.  

Si vuole introdurre la figura professionale del "capo barca a traffico locale"

Con l’applicazione della legge 21/92 - continua l'Associazione Charter Campania - verrebbe introdotto tra i requisiti necessari per svolgere l’attività del charter nautico con natanti, la figura professionale del “capo barca a traffico locale”, comunemente chiamato “mozzo”, figura del tutto inadeguata al settore del charter da diporto (essendo spesso sprovvisto di patente nautica e conoscenza di lingue straniere e senza nessuna competenza nella conduzione di un natante) e irreperibile sul mercato in quanto figura professionale propria del trasporto marittimo. Ciò senza contare che già nel 2017, ancor prima dell’introduzione del nuovo codice della nautica, il Tar Campania annullò l'ordinanza delle Capitanerie di Porto che  imponevano la figura professionale del "Capo Barca a traffico limitato" e la "limitazione dei compartimenti" per i natanti da diporto svolgenti attività di noleggio.Giudizio nel quale al fianco delle capitanerie si erano costituiti proprio gli Armatori ad adiuvandum.

Questo tentativo, malcelato, può essere ricompreso nella più ampia strategia, messa in atto da oltre 10 anni da una molteplicità di compagnie di trasporto passeggeri del territorio, di distruggere il fenomeno del Boat Tour.
 
Per chi non fosse del settore, il charter nautico da diporto è un’attività di recente nascita e divenuta nel giro di pochi anni una vera e propria eccellenza nell'ambito delle esperienze turistiche Campane, come testimoniato da centinaia di migliaia di recensioni a 5 stelle che esaltano la competenza, la professionalità, l’educazione  e la preparazione degli equipaggi, su  tutte le principali piattaforme online del turismo e da studi condotti dalle principali OTA online, che riportano come i turisti internazionali prenotino in anticipo le nostre esperienze in barca rispetto addirittura all'alloggio.

Le attività di charter nautico oggi conta circa tremila aziende tra Napoli e Salerno

Ad oggi nel Golfo di Napoli e Salerno operano circa tremila aziende di charter nautico, impiegando più di diecimila addetti. Questo settore genera un fatturato di rilievo, che ha un impatto significativo sull'economia locale, creando un indotto polverizzato diretto e indiretto di vitale importanza per molte famiglie, piccoli imprenditori ed aziende coinvolte.
 
Una gita sulle nostre barche ha una durata media di 7-8 ore ed è incentrata su una molteplicità di attività che variano dal poter ammirare le bellezze della costiere, immergersi e fare snorkeling, prendere il sole e godere di tutti i confort ed il fascino dei nostri tradizionali gozzi sorrentini. Si parla di una vera e propria esperienza con un costo che varia dai 1200€ ai 2000€ sia in formula privata che condivisa per un massimo di 12 persone.
 
Il confronto con il trasporto passeggeri, con un costo che varia dai 10€ ai 25€ per  un semplice spostamento da un punto all'altro su grandi imbarcazioni con una capienza di svariate  centinaia di persone, rende inutile e superfluo aggiungere ulteriori commenti sulle accuse mosse di un’ipotetica concorrenza sleale o mancanza di professionalità che sembrano essere più che altro il maldestro tentativo di mantenere il monopolio delle attività via mare nel Golfo di Napoli e Salerno, che da molti decenni sono in mano a pochi Armatori.

L'appello dell'Associazione alle Istituzioni

Oggi il Charter Nautico, con tutto ciò che rappresenta in termini di occupazione, fatturato e riconoscimento internazionale come eccellenza del territorio, rivolge un appello alle istituzioni. In particolare si rivolge al Ministro del Mare Musumeci, al Ministro dei Trasporti Salvini e alla Ministra del Turismo Santanchè, affinché sia riconosciuto il diritto alla libera  impresa nel settore, consentendo di operare in maniera serena senza subire attacchi ingiustificati che, oltre ad arrecare un grave danno d’immagine all’intero comparto, sembrano mirare a sfruttare l’onda emotiva del momento per modificare la legge e raggiungere obiettivi di monopolio sul golfo di Napoli e Salerno. Se siamo giunti al punto in cui gli armatori possono dettare le regole nel settore del Charter, forse è il caso di cedere direttamente le chiavi delle nostre imbarcazioni alle compagnie di navigazione e ritirarci dalla scena.