Webcam nella stanza della figlia omosessuale: lei denuncia padre adottivo

La storia di Rebecca

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Napoli.  

Un supplemento di indagini è stato chiesto dal gip di Napoli nei confronti di un uomo, padre adottivo di una ragazza ora maggiorenne, che, dopo avere scoperto l'omosessualità della figlia, ha installato una telecamera nella stanza della ragazza per spiarla. Dopo 12 anni vissuti in un orfanotrofio in Lituania, Rebecca (nome di fantasia) ha iniziato una nuova vita in Italia dopo essere stata adottata con una sorellina da una coppia napoletana. I primi anni sono stati sereni poi l'omosessualità della ragazza, inizialmente nascosta e poi rivelata, prima alla mamma e poi al padre, si è trasformata in un problema, in particolare per il padre, che ha iniziato a spiarla. La giovane si è rivolta a un avvocato e dopo avere raccolto materiale indiziario ha fatto scattare le indagini presentando una denuncia. Il gip, dopo avere analizzato gli atti, ha ritenuto sussistente il reato di interferenza illecita nella vita privata della ragazza e per questo motivo ha chiesto ulteriori accertamenti. Nel frattempo i rapporti tra la giovane e i genitori si sono incrinati e lei ha abbandonato la casa. "Mi aspettavo un normale rapporto - dice Rebecca - senza segreti, comprensivo. Confidavo anche in una mentalità più aperta da parte loro, cosa che purtroppo non c'è stata". E così si è allontanata anche dalla sorella, alla quale tiene moltissimo: "Non ci vediamo più dal 2022 - aggiunge Rebecca -, abbiamo avuto modo di parlarci e di chiederle come sta, ma nient'altro. Ovviamente lei mi manca, ma posso solo accettare la sua scelta di non voler aver a che fare con me". A più riprese, insieme con il suo avvocato Sergio Pisani, Rebecca ha raccolto e consegnato audio e conversazioni in chat dai quali peraltro sarebbe emerso che il padre, assumendo identità fittizie, avrebbe anche cercato di indurla a compiere atti sessuali. Per il giudice, però, gli elementi raccolti "non consentono di pervenire a una sicura ricostruzione... se è pur vero che i dialoghi registrati appaiano chiari nella loro valenza sessuale". Il contenuto "eccessivo" e "paradossale", per il gip, insieme al ricorso di personaggi di fantasia, farebbero pensare a "una mera finzione... destinata a provocare una reazione nella figlia. Non accettando l'orientamento sessuale... (l'uomo) intendeva (surrettiziamente) creare un dialogo con lei per conoscerne le esperienze, i convincimenti e lo sviluppo psichico (nell'ambito della sfera sessuale)".