A Castellammare di Stabia la "mattanza" degli ippocastani, la denuncia del WWF

Il 31 luglio è scaduto il termine prescritto dalla legge a tutela della nidificazione della fauna

a castellammare di stabia la mattanza degli ippocastani la denuncia del wwf

Gli ambientalisti del WWF Terre del Tirreno hanno presenziato alle operazioni e sono stati identificati dalla Polizia Municipale. Allertati i Carabinieri della Forestale, intanto sono stati abbattuti i primi sei esemplari.

Castellammare di Stabia.  

Come aveva preannunciato con un'articolata denuncia pubblica cui ha fatto seguito anche un esposto alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata il WWF ha documentato quella che ha definito la "mattanza degli ippocastani" del Quisisana, sospesa fino al 31 luglio in ossequio alle prescrizioni di legge a tutela della nidificazione della fauna selvatica.

Il primo agosto le motoseghe si sono messe immediatamente in moto

Allo scoccare del 1° agosto, appena trascorso il termine imposto dalle prescrizioni del progetto, che imponevano (in un sito tutelato di interesse comunitario) di non tagliare la vegetazione prima della fine di luglio per garantire la nidificazione dalla fauna selvatica (prescrizione del tutto ignorata quando a giugno la ditta aggiudicatrice dell'appalto provvedeva impunemente a tagliare tutti i sambuchi sulla scarpata dietro gli ippocastani!), le motoseghe si sono messe immediatamente in azione!
Stamane i rappresentanti del direttivo del WWF Terre del Tirreno assieme al presidente e ad alcuni attivisti si sono recati sul posto per documentare le operazioni in atto.
Al momento si sta procedendo all'abbattimento dei 6 esemplari arborei individuati dalla perizia agronomica allegata al progetto come "pericolosi", per i quali la Soprintendenza ha dato il nulla osta al taglio prescrivendo, tuttavia, di "curare e salvaguardare" i restanti 25 alberi.

La Polizia Municipale ha accertato l'identità del presidente del WWF, allertati i Forestali

"Sul posto oltre alla ditta era presente l'architetto del comune e l'agronoma Rosa Verde. Successivamente, allertati dai responsabili delle operazioni in corso, sono sopraggiunti anche agenti della polizia municipale e del commissariato che hanno provveduto ad accertare l'identità del presidente del WWF Terre del Tirreno e del suo accompagnatore. In seguito è arrivata, su richiesta del WWF, una pattuglia dei carabinieri forestali a documentare le operazioni - spiegano gli ambientalisti con un comunicato - Nella mattinata odierna sono stati eliminati i primi due esemplari e si procederà con lo stesso ritmo nei prossimi giorni.
Dal taglio di un grosso ramo è stata portata alla luce una cavità occupata da un grosso nido di calabroni (Vespa cabro) che si sono dispersi nei paraggi. Una delle attiviste del WWF presenti, essendo un soggetto allergico, ha dovuto ricorrere al cortisone a seguito di una puntura ricevuta dagli insetti "sfrattati" dalle motoseghe.
Il WWF continuerà nei prossimi giorni a documentare lo stato di salute degli alberi ritenuti "pericolosi" e per i quali si sta procedendo all'abbattimento.
Secondo l'agronomo del comune salvaguardare i restanti alberi necessiterebbe di "interventi accurati ed onerosi" ecco perchè si vorrebbe eliminarli tutti!".

L'agronomo del Comune: per salvare gli altri alberi i costi dell'intervento sarebbero molto onerosi

"E' semplicemente assurdo... è una giustificazione che non regge e ci fa capire come non si riesca a comprendere l'enorme valore ecosistemico e paesaggistico rappresentato da quegli alberi secolari ancora in vita - sottolineano i militanti del WWF -  Volendo tralasciare la dicitura "accurati" che sarebbe superflua (il contrario è "interventi scriteriati e approssimativi"?), ma quando si continua a ripetere, come in un disco rotto, che gli interventi sarebbero "onerosi" qualcuno dovrebbe avere anche la capacità di quantizzare in numeri tale asserzione.
Non possiamo tagliare a zero venticinque patriarchi arborei, che racchiudono insieme 2500 anni di storia, solo perchè si ipotizza che si spenderebbe troppo a salvaguardarli.
Ci dicessero anche quanto ci costerà piantare, curare e far crescere i nuovi albererelli, che dovrebbero sostituire quelli abbattuti, nei prossimi 102 anni?
Ribadiamo che perdere il filare dei patriarchi arborei costituirebbe un grave scempio al paesaggio e alla storia del Quisisana, oltre che un grave e irreversibile danno alla città di Castellammare di Stabia e a tutti i cittadini!".