Scarpe con telefonini per il fratello detenuto in carcere: fermata una donna

E' accaduto a Secondigliano ma il tentativo di intrusione non è sfuggito agli agenti

scarpe con telefonini per il fratello detenuto in carcere fermata una donna

A dare la notizia è il il vice segretario regionale per la Campania del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Sappe Lello Munno:

Napoli.  

Si è presentata in carcere a Secondigliano per effettuare un colloquio con il fratello, detenuto al regime di Alta sicurezza, ma aveva nascosto nelle scarpe che gli stava per cedere due smartphone.

La donna è però stata scoperta dagli uomini della polizia penitenziaria ed è stata immediatamente fermata, identificata e posta a disposizione dell’autorità giudiziaria.

A dare la notizia è il il vice sesegretario regionale per la Campania del sindacato autonomo di polizia oenitenziaria Sappe Lello Munno:

 “I controlli della Polizia Penitenziaria in servizio a Secondigliano hanno scoperto l’illecito tentativo di introdurre i telefonini  e il nostro encomio va dunque ai colleghi in servizio presso il reparto di polizia penitenziaria di Secondigliano che mantengono alta la guardia, opponendo la propria azione con grande professionalità a garanzia della legalità, come in questa occasione”.

Anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, plaude alla professionalità, abnegazione ed all’astuzia del personale operante.

"Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni. Le donne e gli uomini del corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori.

E nonostante la recente previsione di reato nel codice penale per l'ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle Sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.