La Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo sul caso, ha disposto una nuova autopsia sulla salma di Gilda Ammendola, la 32enne originaria di Portici che si sarebbe impiccata nel carcere di Fleyry-Mèrogis a Parigi. Alla prima autopsia, svolta in Francia, non ha potuto partecipare nessuno dei familiari, a causa dell'ordinamento francese. Le indagini della Procura di Roma sono partite dopo le sollecitazioni dell'avvocato Domenico Scarpone, chiamato in causa dalla famiglia della vittima.
I dubbi della famiglia e l'autopsia
La salma di Gilda Ammendola è stata ora trasferita all'Istituto di Medicina Legale di Napoli, dove settimana prossima verrà eseguita una seconda autopsia. I familiari hanno chiesto questo nuovo accertamento perché non si spiegano come sia possibile che la ragazza nel giro di poche ore abbia prima chiesto l'invio di effetti personali e poi abbia deciso di uccidersi. Il sospetto è che il suicidio possa essere stato inscenato.
La denuncia
I familiari si sono rivolti a un legale, Domenico Scarmpone, che ha presentato un esposto.
Gilda Ammendola era stata arrestata il 21 gennaio. Il giorno dopo la madre ha ricevuto la chiamata da un funzionario che comunicava che alla ragazza servivano effetti personali. Dopo alcune ore è arrivata un’altra chiamata, quella in cui si riferiva della morte di Gilda. Un altro nodo da sciogliere è quello legato ai motivi dell’arresto di Gilda, che era incensurata, al momento ancora oscuri.