Archiviate le accuse ai dieci sanitari accusati della morte per covid di Starita

Si è chiusa con l'archiviazione il procedimento giudiziario nei confronti di dieci sanitari

archiviate le accuse ai dieci sanitari accusati della morte per covid di starita

Il Giudice per le indagini preliminari ha accolto le tesi difensive degli indagati: non c'erano all'epoca linee guide acclarate per la cura. Intanto a distanza di due anni la pandemia covid-19 fa registrare una nuova impennata di casi in Italia.

Piano di Sorrento.  

Per i dieci sanitari indagati dalla Procura di Torre Anunziata a seguito della denuncia presentata dai familiari della prima vittima del covid-19 in Penisola Sorrentina, il commercialista Luigi Starita di Piano di Sorrento, si è concluso l'iter giudiziario con la non accoglienza dell'opposizione all'archiviazione da parte del Giudice per le Indagini Preliminari dott. Antonello Anzalone.

Si tratta del medico di famiglia dello Starita, il dott. Federico Coppola, difeso dall'avv. Francesco Saverio Esposito e dei sanitari dell'Ospedale di Sorrento e del Loreto Mare di Napoli che hanno gestito le diverse fasi del ricovero e dell'assistenza al paziente purtroppo poi deceduto il 30 marzo 2020 nel pieno dell'esplosione della pandemia mondiale.
Questi i nomi degli altri medici indagati e poi assolti insieme a Coppola: Rosanna Galasso, Elvira Giaquinto, Pietro De Nicola, Luca Allocca, Maurizio D'Antonio, Vincenzo Terrone, Giovanni Spagnuolo, Barbara Primerano, Salvatore Visconti.

Elvira Izzo, moglie, e Viviana Starita figlia del defunto denunciarono i sanitari con l'accusa di aver sottovalutato la sintomatologia e di aver commesso omissioni e negligenze ritardando l'accertamento diagnostico pur in presenza dei sintomi evidenti del coronavirus.

I periti incaricati della consulenza tecnica sul caso, pur convenendo sulla sussistenza di disfunzioni organizzative, evidenziavano che, ove anche fossero stati più tempestivi l'esecuzione del tampone molecolare e la somministrazione delle terapie, si sarebbe prodotto solamente un "aumento delle probabilità di sopravvivenza ma certamente non la sicura guarigione". Le denuncianti, alla luce di tale perizia, presentavano un'integrazione alla denuncia nella quale venivano contestate le considerazioni relative ai fattori di comorbilità che hanno inciso sull'esito del contagio.

Il giudice che ha disposto l'archiviazione ha condiviso le conclusioni cui è giunto il PM non essendo rinvenibili, sulla base delle linee guida e delle cure praticabili al momento die fatti, cioè marzo 2020, alcun addebito di colpa concretamente attribuibile ai sanitari che ebbero in cura Luigi Starita.

Nel marzo 2020 la pandemia covid si abbattè in maniera dirompente sulla comunità internazionale e il mondo medico non disponeva degli strumenti, ma anche delle conoscenze sufficienti sul virus, per poter intervenire in modo appropriato mancando un disciplinare di cura medica di cui ancora oggi non si dispne.

Non a caso l'esperienza sul campo, ma soprattutto la messa a punto dei vaccini e la loro somministrazine di massa, hanno consentito il contenimento dei contagi e delle conseguenze letali dell'infezione, anche se a distanza di oltre due anni dall'esplodere della pandemia ci si ritrova oggi alle prese con l'azione di viarianti omicron particolarmente aggressive del coronavirus che stanno facendo impennare il numero dei contagi in modo esponenziale essendo praticamente venute meno tutte le forme di prevenzione atte a contenere la diffusione del virus. (nella foto il dott. Luigi Starita)