Castellammare: le pompe funebri in mano alla camorra

I clan camorristici controllavano, attraverso taciti accordi, il settore

Castellammare di Stabia.  

Dietro  la gestione dei servizi di onoranze funebri a Castellammare di Stabia c’è la camorra. È questo che è emerso da un’indagine della Dda di Napoli. 

I clan camorristici controllavano il mercato delle onoranze funebri attraverso ''il consolidamento ed il mantenimento di una gestione monopolistica, tale da impedire l'ingresso ad altre imprese concorrenti presenti sullo stesso territorio o su territori limitrofi''. Gli inquirenti avrebbero svelato un legame tra Alfonso Cesarano, già coinvolto in precedenti indagini, e i clan camorristici. Le indagini avrebbero rivelato l'ingerenza della criminalità organizzata stabiese anche nel settore dei servizi funebri, fino a fare emergere l'esistenza di taciti accordi tra le imprese di onoranze funebri operanti sul territorio al fine di determinare vere e proprie ''competenze territoriali'', dalle quali non era possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dall'organizzazione criminale. I carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti di sei persone. Oltre ad Alfonso Cesarano, sono stati coinvolti Saturno Cesarano, Alfonso Cesarano, Giulio Cesarano, Catello Cesarano e Michele Cioffi. Sono tutti accusati a vario titolo di concorso nel trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante dell'aver commesso il fatto per agevolare il clan D'Alessandro, avvalendosi anche della forza intimidatrice dell'organizzazione. 

Il provvedimento di oggi è legato ad una precedente indagine svolta tra il 2013 e il 2016 che culminò con l'avviso di conclusioni indagini preliminari nei confronti di Alfonso Cesarano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Dopo la notifica di questo provvedimento, Cesarano, pur avendo ceduto le quote sociali e i ruoli di alcune imprese funebri, avrebbe continuato a gestire gli affari delle ditte con l'ausilio di prestanome e persone di fiducia. Al termine delle operazioni Alfonso Cesarano è stato portato nel carcere napoletano di Secondigliano mentre gli altri indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari. I carabinieri hanno anche sottoposto a sequestro preventivo le quote societarie ed i beni aziendali e strumentali di due società operanti nel settore dei servizi funebri e cimiteriali, la Servizi funebri srl e la Impresa funebre Cesarano per un valore totale che si stima pari a 7.500.000 euro.