Le ombre della camorra si addensano sulla gestione delle abitazioni del “Parco Verde” uno dei luoghi passato alla ribalta delle cronache per il drammatico omicidio della piccola Fortuna e per gli orrori che da quella storia sono emersi. Una realtà urbana quella del Rione popolare di Caiavano che vede una forte presenza criminale, tra spaccio e degrado economico, sociale e culturale. Secondo le indagini le “assegnazioni” degli immobili popolari venivano gestite dalla criminalità organizzata.
Oggi i carabinieri hanno hanno eseguito una serie di perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici di cinque persone, tra le quali figurano ex amministratori e funzionari del comune di Caivano. I militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno agito su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Le perquisizioni sono state finalizzate alla ricerca di atti e documenti riguardanti la gestione delle abitazioni del rione "Parco Verde" di Caivano ad opera della criminalità organizzata. Il materiale sottoposto a sequestro è ora al vaglio dell'autorità giudiziaria.
Alcuni anni fa la polizia giudiziaria su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli Nord eseguì un censimento delle abitazioni del Parco Verde di Caivano riscontrando che la maggior parte era occupata da persone non assegnatarie. I risultati delle indagini vennero anche segnalati al Comune. Lo scorso gennaio il 'Parco Verde' di Caivano fu al centro di una indagine della Procura regionale presso la Sezione Giurisdizionale per la Campania della Corte dei Conti: i militari dell'arma notificarono una serie di inviti a dedurre nell'ambito di una prima tranche d'indagine per un danno erariale alle finanze del Comune di Caivano dovuto proprio alla cattiva gestione del 'Parco Verde'. In quell'occasione l'unica persona che risultò in regola fu la sorella di un boss locale. Destinatari dei provvedimenti furono alcuni ex sindaci, segretari comunali ed ex dirigenti.