Spesso entrava andava in classe pieno di lividi. Anche la sorellina, arrivavano a scuola con evidenti segni di percosse. Sul volto, sulle braccia. Ma le insegnanti non dieder mai troppo peso alla cosa. O forse pensarono che non era affar loro. Un silenzio complice della barbarie. Perché quel bambino di lì a poco sarebbe stato massacrato di botte dal patrigno. La tragedia si consumò una domenica dello scorso gennaio quando Tony Essobti Badre per l'ennesima volta si sfoga sul corpo inerme dei figli della compagna, Giuseppe 7 anni e la sorellina di 8. La bimba si salva, il picoclo viene trovato morto sul divano dalla polizia accorsa su sgenalazione dei vicini che avevano sentito le urla. L'uomo viene arrestato e successivamente finisce in galera anche la madre Valentina Casa che agli inquirenti aveva detto che i figli erano caduti dalle scale. E mentre la Procura indagava sui genitori una intercettazione sposta il mirino sulla scuola. L'istituto Quasimodo di Crispano. Le maestre di Giuseppe tra loro parlano di morte annunciata. Ma agli atti non hanno mai messo nulla. Solo comunicazioni orali, mezze frasi sia con la famiglia che con la preside. La Procura contesta loro un atteggiamento di colpevole negligenza e le ha indagate per omessa denuncia. Ma contemporanemente è partita l'indagine interna del Miur che ora ha deciso di sanzionare le docenti e la preside. Rosa Esca, la dirigente, è stata sospesa dal ruolo e dallo stipendio per non essere intervenuta a tutela del bambino. Sospese anche le due maestre del piccolo Giuseppe. Leggerezza e sottolavutazione imperdonabile, che sono costate per ora un provvedimento disciplinare, ma non è escluso che il Ministero decida di arrivare al licenziamento.