Scoppia l’ira di tutti i riferimenti politici dopo la seconda scarcerazione del secondo dei tre presunti stupratori della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano.
A lanciare per primo l’allarme è stato il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio che in un suo post su Facebook scrive: “Non sta a me entrare nel merito della decisione presa, ma permettetemi di dire che è una vergogna che, a poche settimane dalla violenza, due di quei tre delinquenti siano già liberi di andarsene in giro a farsi i cavoli propri.Non possiamo nemmeno immaginare come si sia sentita e come si senta ancora oggi la ragazza dopo quel terribile episodio. L'impatto psicologico deve essere stato devastante e chi dovrebbe pagare viene rimesso in libertà? Io una cosa del genere non posso accettarla. Non la accetto da essere umano. Ho sentito nei giorni scorsi la mamma della giovane ed è ovviamente distrutta anche lei. Come si può? È evidente che c'è qualcosa che non va in questo Paese. Chi compie uno stupro, per quanto mi riguarda, deve passare il resto dei suoi giorni in carcere!”
Alle durissime parole del capo politico del M5S sono seguite quella della vittima che attraverso il suo avvocato Maurizio Capozzi si è detta “delusa e amareggiata, soprattutto perché non riesco a comprendere come sia possibile prendere una decisione del genere, che mi fa solo pensare che non sono stata creduta nel mio racconto. Mi piacerebbe - continua la giovane vittima - che qualcuno mi spiegasse perché avrei dovuto raccontare tutto questo. Avevo provato a farmi una ragione sulla prima scarcerazione perché magari l'atteggiamento del primo potesse non apparire come violenza, ma nel caso degli altri due io sono rimasta immobile senza avere modo di muovermi o accennare la minima reazione. Confermo che se avessi saputo tutto questo non avrei denunciato. Sono stata interrogata per ore dalla polizia, dai magistrati e dagli psicologi. Ho cercato di dare il massimo contributo, e a che è servito?”
Sulla vicenda è intervenuta anche la vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico Alessia Rotta che ha detto di essere rimasta attonita dalla decisione “Aspettiamo di leggere le motivazioni che hanno portato il tribunale del Riesame a disporre il ritorno in libertà dell’accusato, ma non possiamo non pensare che sia un pessimo segnale. Mentre da un lato si invitano le donne a denunciare gli abusi, dall'altro non sembra essere garantita neppure l’incolumità di chi denuncia. Serve un cambio di passo culturale, che purtroppo questo governo non sta portando avanti, ma è necessario che tutti i soggetti coinvolti, compresa la magistratura, concorrano a dare sicurezza e certezza delle pene. Alla ragazza di Portici va tutta la nostra solidarietà e vicinanza” conclude la deputata.
Anche Lo senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione femminicidio ha voluto esprimere il suo sdegno per la decisione affermando che “ancora una volta una donna che ha trovato la forza di denunciare rischia di trovarsi di nuovo vittima. Dei suoi aggressori e di un sistema che non riesce a preoccuparsi dello stato di fragilità in cui può versare una ragazza che ha trovato il coraggio di denunciare abusi”.