Massacrato di botte e curato con una pomata. Una pomata per rimediare all'atrocità di un pestaggio assurdo . Due fratellini di sei e otto anni massacrati di botte. Sì, perchè in ospedale c'è Noemi, la sorellina del piccolo GIuseppe, morto a sei anni per quel tragico pestaggio. Emorragia interna o frattura della base cranica: sarebbero queste le cause del decesso del piccolo, massacrato dal suo patrigno Tony, a Cardito, domenica. È morto lentamente quel piccino di sei anni e poteva salvarsi. Qualcuno avrebbe dovuto chiamare i soccorsi. Sua madre era presente quando il suo compagno ha picchiato Giuseppe e la sorellina Noemi, otto anni, miracolosamente scampata al massacro e attualmente ricorverata al Santobono di Napoli, dove due giorni fa è stata operata all'orecchio per una ferita.
Nuovi agghiacchianti dettagli emergono sulla morte del piccolo Giuseppe, massacrato perché aveva rotto la sponda del letto mentre giocava: l’assassino, Tony Badre Essobti, e la mamma, avrebbero provato a curarlo con una pomata. È la ricostruzione che viene dall'udienza di convalida del fermo che si è tenuta ieri. Intanto ai genitori è stata sospesa la patria podestà sulle sorelline Noemi e la piccola Erminia. Tony Essoubti Badre si è rimesso alle decisioni del giudice che, nel primo pomeriggio, ha spiccato ordinanza cautelare per l'omicidio del bimbo e le lesioni a sua sorella. «Ho fumato diversi spinelli, come faccio ogni giorno -ha riportato Il Mattino - Poi ho perso la calma».
Li ha picchiati, prima a mani nude e, poi, con il manico di una scopa. Lividi, sangue in una domenica di incontenibile violenza familiare. «Sono andato in farmacia per comprare una pomata. I bambini erano feriti. Volevamo medicarli. Valentina ha cercato di fermarmi». E lui, per levarsela di torno, le ha dato un morso in testa.
Intanto parla anche Felice Dorice il padre dei bimbi. Le sue parole sono state affidate in esclusiva ai microfoni di Pomeriggio 5, dove sono intervenuti anche altri parenti del piccolo. Non si dà pace il papà del piccolo ucciso dal suo patrigno solo perché aveva rotto il lettino appena comprato.
“Non so come possa essere successo, non mi riesco a dare una spiegazione a questa tragedia”, ha detto l’uomo prima di confessare: “Io chiamavo per sapere come stessero i miei bambini, ma lei mi ha detto più volte di non farmi più sentire, che non ero più parte della famiglia”. Rabbia e sete di giustizia espressa anche dagli altri familiari, come lo zio, che si sono scagliati anche contro la madre Valentina: “Chi ha fatto questo deve pagare e se Valentina non ha mai denunciato ed era presente quel giorno deve pagare anche lei”.
“Per vedere i figli mio fratello era costretto ad andare alla stazione di Sorrento. Solo lì l’ex compagna glieli faceva vedere – ha aggiunto il fratello di Felice, che ha continuato – Lui li sentiva telefonicamente. Non sapevamo nulla del fatto che i bambini fossero a Cardito. Pensavamo fossero a Sorrento dalla nonna. Quando i bambini avevano bisogno di qualcosa, mio fratello portava tutto all’ex compagna alla stazione di Sorrento, dove si incontravano. Spesso, però, lei non rispondeva a telefono”.