Bimbo ucciso. "Ho perso la testa.Vale ha cercato di fermarmi"

La confessione del patrigno del piccolo: sono uscito a comprare una pomata, volevamo medicarlo

L'uomo viene tenuto sotto stretta osservazione, si temono vendette in carcere

Cardito.  

«Sono uscito di casa e ho comprato una pomata in farmacia, volevamo medicarli». Così Tony Sessoubti Badre al giudice, stamane, durante l’udienza di convalida del fermo per l’omicidio del piccolo Giuseppe a Cardito. Il 24enne di origini tunisine avrebbe raccontato di aver perso la testa. Dopo il pestaggio è uscito di casa ed è poi rientrato con un farmaco, nel tentativo vano di medicare il bambino e sua sorella. L’uomo ha confermato di avere ucciso il figlio della compagna, usando una mazza: «Il manico della scopa era già rotto e me ne sono servito. Ho colpito i bambini con calci e pugni, ho perso la testa, sono distrutto», ha detto al Gip del Tribunale di Napoli Nord, Antonino Santoro, che ha convalidato il fermo del pm. Il gip, a seguito dell'udienza di convalida oggi, ha emesso nei confronti del 24enne ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario aggravato da futili motivi e lesioni aggravate. In carcere viene tenuto sotto stretta osservazione. Si temono vendette dei detenuti piuttosto che atti di autolesionismo dello stesso accusato.

«Quando hanno distrutto la cameretta, in particolare la sponda del letto acquistata con tanti sacrifici, ho perso la testa». L’uomo avrebbe anche spiegato che la sua compagna, la madre di Giuseppe, Noemi ed Erminia, avrebbe cercato di fermarlo ma senza riuscirci. Ma sarebbero trascorse due ore tra l’uscita dell’uomo di casa e l’arrivo dell’ambulanza. Del figlio, steso a terra sanguinante, la madre ripete agli inquirenti: “L’ho preso e l’ho messo sul divano, poi sono rimasta ad aspettare i soccorsi”. Non li avrebbe chiamati lei bensì la madre del 24enne, allertata telefonicamente e arrivata in quell’abitazione nella tarda mattinata, quando si era parlato di un incidente domestico.

Il giudice a breve deciderà se emettere un' ordinanza di custodia cautelare. Intanto a Poggioreale l’uomo viene tenuto sotto stretta osservazione. SI temono vendette. La “legge del carcere” infatti non “perdona” chi usa violenza sui bambini. Dunque, si temono azioni violente nei confronti del 24enne da parte degli altri detenuti.