Roghi e rifiuti. Il ministro Costa: 35 telecamere sul Vesuvio

Ad Ottaviano la presentazione

Ottaviano.  

 

di Simonetta Ieppariello

Dopo i roghi devastanti che sfregiarono il Vesuvio arrivano le telecamere sul Vulcano. Il ministro dell'ambiente, Sergio Costa è a Ottaviano per presentare il nuovo sistema di videosorveglianza del Parco Vesuvio. A un anno dal disastroso incendio che devastò circa venti chilometri di territorio arriva il primo importante strumento per contrastare gli attacchi di promani.

Ma sarà anche lo strumento prezioso per fermare l'abbandono incontrollato dei rifiuti. «Una giornata importante per il parco Vesuvio» hanno sottolineato il ministro Costa e il presidente del parco, Agostino Casillo.

Saranno trentacinque nuove telecamere installate nell'area protetta del Parco Nazionale del Vesuvio serviranno «a scovare chi deposita rifiuti, ma anche chi potrebbe dar fuoco al bosco del parco» ha detto il ministro per presentare l'iniziativa che punta a incastrare «quanti commettono reati nell'area protetta».

Saranno tre le centrali operative attive per le telecamere installate nell'area del parco nazionale del Vesuvio. Lo ha annunciato il ministro all'ambiente Sergio costa prima della presentazione, al castello mediceo di Ottaviano, delle 35 nuove videocamere installate nell'area protetta. Il ministro, prima di raggiungere la sala conferenze del castello, si è intrattenuto con alcuni cittadini che gli hanno chiesto quali azioni intraprendere per poter procedere con la bonifica delle aree private dagli alberi inceneriti dal vasto incendio che lo scorso anno mandò in fumo molti ettari dell'area protetta.

Fortemente voluto da Di Maio, il comandante della Regione Campania dei Carabinieri Forestali ha avuto un ruolo di primo piano nell'inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti tossici tra Caserta e Napoli. Nel 2015 fu molto critico con la riforma della PA, che "smantellò" il corpo forestale .

Lo stesso comandante ha sottolineato in più occasioni il ruolo centrale della forestale nel contrasto alle ecomafie e al clan dei Casalesi, reso possibile dall'alta specializzazione del corpo. Per questo motivo nel 2015, quando entrò in vigore la riforma della pubblica amministrazione voluta dall'allora ministro Marianna Madia, Costa fu molto critico nei confronti della scelta di accorpare la forestale alle altre Armi per "razionalizzare" le forze di polizia. Disperdendo quello che, a suo avviso, era un ventaglio di competenze esclusive della forestale. 
"Siamo l'unica forza di polizia specializzata nei settori di ambiente e natura - spiegò in un'intervista - e questo deriva dal fatto che veniamo preparati sin da giovani. Una peculiarità che perderemmo se finissimo nella polizia o nei carabinieri". Nonostante l'opposizione sua e di tanti altri colleghi, il corpo forestale fu comunque accorpato ai Carabinieri: "Il giorno dell'annuncio, personaggi vicini alle ecomafie operanti tra Napoli e Caserta hanno acquistato dolci e spumante per festeggiare la notizia. È un segnale, no?", raccontò Costa.