di Siep
Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Torre Annunziata, Mariaconcetta Criscuolo, ha rinviato a giudizio le 14 persone che sono state indagate per il crollo della palazzina di Rampa Nunziante, avvenuto a Torre Annunziata il 7 luglio dell'anno scorso. Sotto quel tragico crollo morirono otto persone. tra cui due bambini.
All'alba di quel tragico 7 luglio 2017, sotto le macerie della palazzina persero la vita Giacomo Cuccurullo, Adele Laiola, Marco Cuccurullo (figlio di Giacomo Cuccurullo e Adele Laiola), Giuseppina Aprea, Pasquale Guida, Anna Duraccio, Francesca Guida e Salvatore Guida (figli di Pasquale Guida e Anna Duraccio).
Dagli accertamenti della Procura della Repubblica di Torre Annunziata è emerso che la licenza edilizia era stata rilasciata, nel 1957, per una villetta bifamiliare mentre in Rampa Nunziate sorgeva invece una palazzina con diversi appartamenti.
Uno degli indagati, Roberto Cuomo, ha chiesto il giudizio immediato. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 28 febbraio. Il pubblico ministero nella sua requisitoria ha rimarcato come sia stato determinante nel crollo l’’assenza o scarsezza di controlli. I reati contestati sono, a vario titolo, crollo colposo, omicidio colposo e di otto persone e falso in atto pubblico. Per gli inquirenti il crollo fu causato dai lavori di manutenzione straordinaria, non autorizzati, eseguiti in un appartamento al secondo piano del palazzo di proprietà di Gerardo Velotto, oggi rinviato a giudizio. Il cedimento fu preceduto dalla comparsa di lesioni e lo sgombero della palazzina, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe potuto salvare la vita alle otto vittime.
Durante questa prima udienza è anche emerso che già 20 giorni prima di quel fatidico 7 luglio 2017 all’interno della struttura si verificarono le prime crepe. Questi ed altri segnali hanno preceduto il crollo che ha causato la morte di otto persone. Il pm inoltre ha aggiunto che c’è stata: “Una sottovalutazione del pericolo dovuta a una totale ignoranza tecnica”.