di Simonetta Ieppariello
E’ provato, scosso, non ha dormito Luigi Corcione, il gioielliere vittima di una rapina nella sua gioielleria a Frattamaggiore che ha sparato e ucciso uno dei banditi del commando armato che sabato sera è arrivato all’assalto della sua attività, indossando una maschera di Hulk. Ennesima rapina in una Italia divisa sul tema della legittima difesa, tra crimini in crescita e forze dell'ordine in affanno nella lotta ai reati.
A morire è stato il rapinatore Raffaele Ottaiano. Luigi Corcione aveva subito preso il porto d'armi quando sedici anni fa è subentrato a suo padre nella conduzione della attività di famiglia. Una attività lunga, storica, accorsata con i suoi oltre 130 di apertura al pubblico nel salotto buono di Frattamaggiore. (ved video 696 tv)
«Ma non ho mai sparato a nessuno», spiega Luigi che sa di essere indagato per omicidio colposo e aspetta qualche comunicazione dalla Procura di Napoli nord guidata da Alfredo Greco. Sicuramente gli arriverà un avviso di garanzia con la data dell'autopsia alla vittima. Un adempimento formale.
La dinamica
Sabato sera alle 18,30, Luigi non era dietro il bancone della gioielleria. C'era invece una commessa. Nello stesso condominio della sua casa Luigi controllava, come faceva sempre, tutto ciò che avveniva lì dentro, con un sistema di videocamere a circuito chiuso, collegate con dei monitor in casa.
Tutto è accaduto in pochi attimi. La commessa ha cominciato a urlare. Luigi ha preso la sua decisione e non riesce ancora a darsene una spiegazione. Voleva mandare via i rapinatori. Si sarebbe visto puntare contro una pistola e ha sparato. Ha ucciso quell'uomo armato.
Il tema della legittima difesa torna di cocente attualità.
Fa discutere il tweet del candidato del Pd alla Camera, Emilio Di Marzo, che ha scritto: «Uno in meno, complimenti al gioielliere e al poliziotto fuori servizio». La replica di Arturo Scotto di Liberi e uguali è stata immediata: «Il Pd oramai parla come la destra».
Roberto de Laurentiis, presidente della Federazione orafi campani, dice: «Siamo e restiamo sempre una categoria a rischio. Rischiamo la vita tutti i giorni e, nonostante le forze dell'ordine ci sono sempre vicino, la mattina per salvare i sacrifici di una vita si diventa, come nel caso del collega Corcione, da vittima a indagato, con la conseguenza che devi nominare un avvocato per evitare un'incriminazione come capitato in altri episodi in tutta Italia. E c'è anche il rischio di ritorsioni da parte della malavita ed un rimorso per l' accaduto».
Stavolta, dunque, a sparare è un gioielliere con regolare porto d'armi ennesimo episodio che scuote l’Italia. E il tema del confronto, anche politico, che si riaccende sugli articoli 52 e 59 del codice penale, è sempre quello: la legittima difesa, i suoi limiti.
Mara Carfagna, portavoce dei deputati di Forza Italia, sostiene che «la proprietà privata deve essere inviolabile» come afferma anche Daniela Santanchè di Fratelli d'Italia che dice: «Proporremo il condono della pena per tutti i cittadini che hanno esercitato la legittima difesa».
Matteo Salvini dà la sua «totale solidarietà al gioielliere». E ribadisce la sua interpretazione: «Non esiste l'eccesso colposo di legittima difesa, deve essere l'ultima possibilità, ma se la mia vita o quella dei miei figli è a rischio devo difendermi».