di Simonetta Ieppariello
Due morti in dieci giorni, con il sospetto che le mire della camorra siano puntate tutte lì, sulla stazione Tav. E soprattutto su quello che si dovrà realizzare da qui al 2022, quando la rete di collegamenti intorno alla «Porta del Sud» saranno completati.
Ventun anni fa Zaha Hahid progettò una delle stazioni più belle del mondo, tra campi coltivati ad arte, come da tradizione in quella porzione di Napoli Nord da sempre impegnata nell'agricoltura.
Ma quando scorre il sangue, la camorra, forse, ribolle. E due morti in meno di dieci giorni restano il dato su cui la Dda e due procure indagano. I clan della zona che potrebbero guardare alla "Porta del Sud". E la variante in arrivo è quella di cinque comuni firmatari del patto per la Tav, vale a dire Acerra, Afragola, Caivano, Casalnuovo e Casoria.
Sullo sfondo la pletora di collaboratori di giustizia che stanno svelando fatti, omicidi, collegamenti con gli amministratori locali. E’ ancora troppo presto per poter dire se dietro il crudele omicidio di Remigio Sciarra - considerato il «tesoriere» del gruppo criminale dei Cennamo -, possa nascondersi una regìa nera e sapiente. Ma dietro questa improvvisa recrudecsenza di piombo e sangue in provincia di Napoli si muovono molti e oscuri interessi.
Salvatore Scafuto, pentito di camorra, circa due mesi fa durante una udienza si lasciò andare e delineando la geografia di interessi ed equilibri ad Afragola e dintorni, parlando di Salvatore Caputo, imprenditore ilocale legato alla famiglia Moccia e già consigliere comunale. Disse: lo uccideranno, ha fatto troppi soldi.
Il 25 maggio Caputo è stato ucciso a colpi di pistola. Questo omicidio, assieme all’agguato costato la vita, sabato pomeriggio, al pregiudicato Remigio Sciarra, ha allungato l’ombra dei clan sugli affari legati direttamente o indirettamente alla nuova stazione di Afragola dell’alta velocità.
Stazione che sarà inaugurata domani alla presenza del premier Paolo Gentiloni. Il sindaco di Afragola, Mimmo Tuccillo, invita ad essere cauti e stoppare giudizi preventivi, ma domani ne parlerà col premier. Intanto l’omicidio di Sciarra ha fatto scalpore. I sicari hanno sparato contro l’auto sulla quale viaggiava senza curarsi della moglie, del figlio e di un amico del bambino che erano insieme alla vittima. Una pistola puntata attraverso un finestrino. Lo sparo e la tragedia che poteva essere doppia perchè quel colpo dopo aver trapasso la testa di Sciarra ha rischiato di centrare anche sua moglie.
A deviarlo la mano della donna che era al cellulare.