di Siep
Spariti due settimane fa. Nel nulla. La loro auto ritrovata a Rione Salicelle, sporca di sangue. Un albero di mimosa, in fiore, sotto i raggi di sole di una primavera ritrovata, in anticipo. Ai suoi piedi una fossa e quei sacchi. Una soffiata ha indirizzato gli agenti alle spalle della stazione Tav di Afragola. In quella sepoltura della macelleria della camorra, in sacchi neri, corpi orrendamente mutilati. Segati all'altezza del bacino. Sono loro per gli inquirenti, i due Luigi scomparsi nel nulla, doppio caso di lupara bianca. Gli inquirenti e un primo esame esterno dei medici ipotizzano che siano stati segati vivi e poi infilati in quattro buste di plastica nera, sotterrate a circa un metro di profondità, ai piedi di una mimosa in fiore, forse per coprire il nauseabondo odore della decomposizione.
Si tratta di Luigi Ferrara, 43 anni, di Casoria e di Luigi Rusciano, 53 anni, di Mugnano, pezzi grossi del contrabbando di sigarette.
Li avevano visti l'ultima volta il 31 gennaio a bordo di una Fiat Idea. L’auto fu successivamente ritrovata poco distante dal rione, parcheggiata in un garage a pagamento, con i sedili sporchi di sangue, e con le carte di identità e i cellulari sul cruscotto della vettura. Subito un'ombra cupa si assiepò sulle ricerche.
Da una prima ispezione sui cadaveri non sono stati trovati fori di proiettili e nemmeno ferite da taglio sulle parti di cadavere. Forse sono stati segati vivi. Un particolare horror, da cruenta scena di guerra. Tutto sarebbe accaduto pochi giorni fa. La terra sopra i corpi era fresca, lo stato di decomposizione poco avanzato, tanto da consentire il riconoscimento. Ora si attende la doppia autopsia. Poi nel tardo pomeriggio di ieri, una volta diffusa la notizia è scattato il pellegrinaggio di quel turismo macabro, curioso e insistente, di chi ha deciso anche di scattare foto e selfie. Le forze dell'ordine hanno intimato a tutti di lasciare la zona. Curiosità e terrore, ecco la nuova scena da guerra del crimine che non si ferma e uccide nel napoletano.