Morì, malgrado le cure, per le ustioni di secondo e terzo grado che le fiamme provocarono sul 60-70% del corpo. Massacrato di botte con un piccone, arso vivo, investito e infine morto per le ferite riportate. Spike e la sua storia di torture e dolore, non ha avuto giustizia. Fu torturato per avere tentato di accoppiarsi con una cagnolina, il 6 luglio del 2014, nel rione Toiano di Pozzuoli, in provincia di Napoli.
Ieri il Tribunale di Napoli ha assolto l'imputato, un giovane di 25 anni, «perché non è stato provato, al di là di ogni dubbio» che sia stato lui l'autore della brutale aggressione. Il cane, quel giorno, non fece rientro in casa del padrone: fu trovato da una donna, il giorno dopo la scomparsa, ancora in vita.
Alla fine, ieri, in mancanza di prove inequivocabili, il giudice ha disposto il verdetto di assoluzione.
Cagnolino torturato e arso vivo: assolto il presunto colpevole
La vicenda di Spike destò parecchio sconcerto nel Rione Toiano
Morì, malgrado le cure, per le ustioni di secondo e terzo grado che le fiamme provocarono sul 60-70% del corpo
Pozzuoli.