Nel vallone di Ajello, a Palma Campania, vivono una decina di famiglie. Abitazioni rurali dietro le quali, nella stragrande maggioranza dei casi, insistono fondi agricoli in cui si coltivano frutta ed ortaggi, ma si allevano anche animali. Qui, i contadini, pur restando umili nell'animo, si sono trasformati in veri e propri imprenditori rurali. Gente che suda e si fa i calli alle mani per 365 giorni all'anno, dando lavoro e producendo redditi per centinaia di migliaia di euro. Quasi tutti hanno un pozzo nel proprio fondo.
Come Antonio, detto "Palommella". Siamo andati a trovarlo in compagnia dei consiglieri comunali di minoranza Alfonso Buonaugura e Filippo Carrella. Siamo stati da lui per capire, o meglio toccare con mano, i disagi che la categoria vivrà d'ora in poi sulla propria pelle dopo che il sindaco di Palma Campania, Vincenzo Carbone, ha vietato l'utilizzo dei pozzi per l'irrigazione dei campi su tutto il territorio comunale. Una decisione assunta (attraverso una specifica ordinanza) perché il 7 luglio scorso la SAPNA (Sistema Ambientale della Provincia di Napoli) ha analizzato la falda acquifera nell'area dell'ex discarica Pirucchi, in località "Balle".
I prelevamenti dai pozzi spia hanno evidenziato come l'acqua sia contaminata da nichel, arsenico, ferro e manganese. Valori di molto superiori alle soglie consentite. Preoccupato per la pubblica incolumità, Carbone ha disposto il divieto assoluto di approvvigionamento idrico. Così facendo, ha messo in difficoltà gli agricoltori. Dove e come prendere, ora, l'acqua per irrigare i campi? Come portare avanti la produzione di ortaggi e frutta? Antonio "Palommella" è fra i più arrabbiati e ai microfoni di Otto Channel spiega cosa avrebbe dovuto davvero fare il primo cittadino Carbone... Buona visione!
Rocco Fatibene