Amianto e fusti tossici interrati all'ombra del Vesuvio

Sequestrata l'ex Cava Fiengo. I sindaci dell'area, preoccupati, convocano un'assemblea

Ercolano.  

I sindaci del Vesuviano si sentono sotto attacco, accerchiati dal fuoco. Ed intendono reagire alla strategia criminale che, attraverso i roghi dolosi, sta minando l'integrità dell'habitat faunistico e floreale del Parco Nazionale del Vesuvio. E' per tale ragione che domattina, a partire dalle 10, si riuniranno in assemblea nella sala consiliare del Comune di Terzigno per discutere dell'emergenza incendi, delle possibili attività di prevenzione e dell'impiego delle risorse. Un incontro al quale parteciperanno tutti i soggetti istituzionali che sono intervenuti nelle operazioni di spegnimento, e durante il quale sarà ufficializzata la conta dei danni.

Intanto, prosegue l'azione di magistratura e forze dell'ordine. I Carabinieri del Noe e le guardie forestali, su ordine della procura della Repubblica di Napoli, hanno sequestrato ad Ercolano, in località "Contrada Castelluccio", l'ex cava Fiengo, oggetto nei mesi scorsi di sopralluoghi ed accertamenti che avevano rivelato la presenza di rifiuti di ogni genere sepolti nella cava in disuso. Le indagini, che hanno preso le mosse da rivelazioni di un pentito, hanno coinvolto anche l'Arpac.

L'Agenzia ha effettuato scavi e carotaggi in diversi punti dell'area, accertando la presenza, sia in superficie che nel sottosuolo, di una notevolissima quantità, pari a 400mila metri cubi, di rifiuti speciali, pericolosi e non, in parte anche combusti, con la presenza, in alcuni punti, di focolai ancora attivi, costituiti da cumuli di indumenti e pezzame, scarti di demolizioni edilizie, pezzi di manufatti cementizi contenenti amianto, fusti da 200 litri deteriorati, un fusto contenente olio lubrificante, una carcassa di un'autovettura, imballaggi in plastica e metalli. Le analisi chimiche effettuate hanno evidenziato il consistente superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione previste per i siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale, relativamente ai parametri Berillio, Cromo esavalente, Rame, Piombo, Zinco e Idorcarburi pesanti. La procura ha affidato in custodia giudiziaria la cava al presidente dell'Ente Parco del Vesuvio, Agostino Casillo.

Non solo. Sempre su impulso della Procura della Repubblica di Napoli, ulteriori controlli e perlustrazioni sono state effettuate anche nella vicina Cava Morrone, ubicata anch'essa nel territorio comunale di Ercolano e sottoposta a sequestro nel settembre del 2014. Al suo interno venne scoperta un'altra discarica abusiva. A seguito di operazioni di scavo, ad una profondità variabile tra i 2 e i 5 metri al di sotto del piano di campagna, furono rinvenuti 80 fusti metallici da 100-200 litri ciascuno contenenti materiali bituminosi, nonché parti di autocarri, circa 200 pneumatici, materiale edile di risulta contenente amianto. Gli odierni monitoraggi sono stati finalizzati alla verifiche delle operazioni di bonifica dell'area. Le nuove analisi, effettuate dall'arpac e dall'Istituto Zooprofilattico di Portici, hanno escluso la contaminazione delle colture di "pomodorino del piennolo del Vesuvio", presenti nei pressi di Cava Morrone. 

 

Faro