Funerali Carmine Parlato, la vedova: "Chi ha sbagliato paghi. Vogliamo verità"

La commovente cerimonia a Castellammare di Stabia per le vittime del crollo della funivia del Faito

La vedova di Carmine Parlato chiede giustizia: "Non è stata una fatalità"

Castellammare di Stabia.  

“Avete strappato Carmine alla vita, negandogli i sogni futuri. A noi tocca sopravvivere a questo dolore”. Con voce spezzata, Elvira, la vedova di Carmine Parlato, macchinista dell’Eav morto nel crollo della funivia del Faito lo scorso 17 aprile, ha lanciato un appello durissimo durante i funerali nella cattedrale di Santa Maria Assunta. Una richiesta di giustizia che ha scosso la città in lutto, ancora sotto choc per la tragedia che ha ucciso anche tre turisti: la 25enne israeliana Janan Suleiman e i coniugi Winn.

Il dolore della città e dei colleghi Eav 
La cerimonia si è svolta in un silenzio irreale, rotto solo dal suono delle campane e dai singhiozzi dei presenti. Dietro la bara, la moglie Elvira e il figlio Marco, accompagnati dai colleghi di Carmine, alcuni in divisa Eav. Tra loro, Ciro Cinque, amico da vent’anni: “Pranzavamo spesso insieme. Ora le istituzioni devono accertare le responsabilità”.

L’arcivescovo Francesco Alfano ha celebrato la messa alle 14.30, ricordando “giorni di passione, dolorosi per tutti”. In piazza, oltre ai familiari, anche i sindaci di Castellammare, Luigi Vicinanza, e di Vico Equense, città natale di Parlato. Presente anche l’ad di Eav, Umberto De Gregorio, la società che gestisce l’impianto sotto indagine della Procura di Torre Annunziata.

Le parole più dure sono arrivate alla fine quando la vedova Elvira prima del commiato ha letto in chiesa una lettera che Carmine le aveva scritto quando hanno festeggiato le nozze d'argento. Poi la promessa: “Non ti lascerò solo, cercherò la verità fino alla fine dei miei giorni. Quello che è successo non è una fatalità. Chi ha sbagliato paghi. È il momento delle risposte”. Un grido contro le negligenze, rivolto a chi “doveva proteggere i viaggiatori”. e un appello anche ai colleghi dell'Eav: E' il momento della responsabilità. 

"Queste vite spezzate, chi stava portando il pane a casa e chi in un momento piacevole, lontano dal proprio Paese visitando un vanto della nostra città, non devono rappresentare un clamoroso fatto di cronaca, che dopo qualche tempo finirà nel dimenticatoio, bensì sia un punto di svolta tra passato e futuro".

Un grido di dolore, ha aggiunto alzando il tono di voce, "che non ci ridarà Carmine. Ma deve essere un primo passo verso la giustizia...affinché chi, con negligenza e leggerezza ha messo a repentaglio al vita di esseri umani, ne risponda". Dunque, è finito "il momento dei plausi" ed è arrivato "il momento delle risposte e della verità" da dare "ai nostri cari".

Il Prefetto Michele Di Bari: "Noi dobbiamo affidarci con fiducia agli organi inquirenti che stanno agendo in maniera encomiabile e rapida. E noi tutti attendiamo la verità - ha commentato il prefetto di Napoli, Michele di Bari alla fine della cerimonia - questo è però il momento "di essere accanto alla famiglia", di dare la solidarietà "alla moglie e al figlio" della vittima. 
Mentre la città si stringe attorno alle famiglie delle vittime, la domanda resta una sola: quell’incidente poteva essere evitato? La risposta, ora, spetta alla giustizia.