Una folla immensa ha affollato il Santuario mariano nella prima domenica dopo l’annuncio della canonizzazione di Bartolo Longo, il fondatore del Santuario della Beata Vergine del Rosario e delle numerose opere di carità legate al culto mariano. L’attesa notizia, confermata martedì scorso da Papa Francesco dalla “Cattedra della sofferenza” del Policlinico Gemelli, ha suscitato un’ondata di entusiasmo e commozione tra i fedeli, giunti in massa per rendere omaggio al futuro santo.
Un tributo di fede e gratitudine
«Da quando abbiamo ricevuto l’annuncio che il Santo Padre ha approvato la canonizzazione di Bartolo Longo – commenta l’Arcivescovo prelato di Pompei, monsignor Tommaso Caputo – stanno arrivando al Santuario centinaia, anzi migliaia di pellegrini. E oggi, domenica, l’affluenza è ancora più imponente. La gioia di vedere santo Bartolo Longo e la gratitudine a Papa Francesco sono grandissime. Riceviamo messaggi da ogni parte del mondo: Pompei ama il Papa in modo speciale e preghiamo per lui, certi che la Madonna del Rosario e Bartolo Longo dal Cielo ascoltino la nostra invocazione».
Parole cariche di emozione anche dal Rettore del Santuario, monsignor Pasquale Mocerino, che sottolinea il valore del futuro santo come modello per i fedeli: «Bartolo Longo è stato certamente uno dei laici più insigni del nostro tempo, vissuto tra il 1800 e il 1900. È un uomo credibile perché ha saputo coniugare le parole della fede con le opere della fede. Tutto a Pompei parla del suo servizio di carità. Per questo motivo, oggi, la Chiesa lo indica come un esempio da imitare».
Un esempio di conversione e carità
La vita di Bartolo Longo, nato il 10 febbraio 1841 a Latiano, in provincia di Brindisi, è un racconto di profonda trasformazione spirituale. Giunto a Napoli nel 1863 per completare gli studi di Giurisprudenza, si allontanò dalla fede e si avvicinò allo spiritismo, influenzato da ambienti accademici e da amicizie che lo portarono lontano dal cattolicesimo. Ma grazie all’incontro con Vincenzo Pepe e al domenicano padre Alberto Radente, ritrovò la via della fede e dedicò il resto della sua vita alla diffusione della devozione alla Vergine del Rosario e alla carità.
Un’eredità che continua a vivere
La sua opera non si limitò alla fondazione del Santuario di Pompei, ma si estese alla creazione di istituti educativi e assistenziali per orfani e bisognosi, testimoniando un impegno costante per i più deboli. Il suo percorso dimostra che la santità è accessibile a tutti, come sottolineano i fedeli accorsi per celebrarlo: «Un uomo che con la sua vita di fede e di carità ha dimostrato che davvero tutti possiamo diventare santi».
Ora Pompei si prepara a vivere con grande emozione la cerimonia di canonizzazione, in attesa della data ufficiale in cui Bartolo Longo sarà proclamato santo dalla Chiesa universale.