Napoli, Capodanno: no alla chiusura del cinema Metropolitan

Annunciato un flash mob di protesta dinanzi all'ingresso del cinema

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Oltre 2.100 sottoscrizioni alla petizione per la sala cinematografica

Napoli.  

Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da sempre impegnato nella tutela e nella salvaguardia dei luoghi di cultura e di aggregazione presenti nel capoluogo partenopeo, a seguito delle notizia che a fine gennaio gli attuali gestori del cinema Metropolitan, scaduta la proroga, e non avendo avuto alcun riscontro dalla proprietà alla richiesta di una nuova proroga, dovranno liberare i locali, cosa che tra l'altro comporterebbe il licenziamento di una dozzina di dipendenti rilancia la petizione online  con la quale fu già chiesto e ottenuto l'intervento del ministero della cultura per il vincolo di destinazione d'uso, al fine di evitare il rischio di chiusura dello storico cinema di via Chiaia, , petizione che ha superato le 2.100 sottoscrizioni.

"La crisi delle sale cinematografiche ha colpito l'intero Paese e dunque anche Napoli - scrive Capodanno nella presentazione della petizione -. Basti pensare che nel solo quartiere Vomero, dove in passato erano presenti ben otto sale cinematografiche, al punto da essere considerato la "Cinecittà di Napoli", ne sono rimaste attualmente solo due. In questi giorni, in particolare, tiene banco la possibilità di chiusura, dopo quella recente del cinema Arcobaleno,  di un'altra sala storica partenopea: il cinema Metropolitan, posto nel cuore del quartiere Chiaia. Una chiusura che potrebbe avere notevoli ricadute negative sia sul piano sociale che su quello culturale, e che va dunque scongiurata.

Il cinema-teatro Metropolitan - ricorda Capodanno - vide la luce nel lontano 1948 e fu realizzato su progetto dell'architetta Stefania Filo Speziale che viene ricordata, tra l'altro, come la prima donna che, nel 1932, si laureò in architettura a Napoli. Più di recente la sala cinematografica rimase chiusa per diverso tempo, al fine di realizzare i necessari lavori di restauro, riaprendo al pubblico nell'anno 2000. Quando fu inaugurato era il cinema più grande dell'intero Paese. Attualmente, tra i cinema presenti nel capoluogo partenopeo, mantiene il primato di essere quello più capiente, potendo ospitare fino a tremila spettatori.

Un'altra peculiarità di questa sala cinematografica, posta in una delle più importanti e conosciute strade dello shopping partenopeo - aggiunge Capodanno - è che è stata realizzata all'interno delle cave di tufo, ottenute scavando, come si usava all'epoca, per ottenere il materiale per la costruzione del fabbricato soprastante, cave utilizzate inizialmente come rifugio nel corso dei bombardamenti. Si tratta del Palazzo Cellamare, conosciuto anche come Palazzo Francavilla, un palazzo nobiliare risalente al primo decennio del XVI secolo, sorto per volontà dell’abate di Sant’Angelo di Atella, Giovanni Francesco Carafa ".

Nell'annunciare una serie d'iniziative di protesta democratica al riguardo, da svolgersi all'inizio del nuovo anno, tra le quali un flash mob di protesta Capodanno, chiede l'intervento immediato sulla vicenda del Ministero della cultura, della Regione Campania e del Comune di Napoli per  mettere in campo tutte le iniziative per consentire il prosieguo dell'attività della sala cinematografica, nel rispetto del vincolo di destinazione d'uso.