Manifestazione contro disegno di legge sicurezza: conferenza garanti a Roma

Assemblea con il capo dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo

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Assemblea a Roma con la partecipazione del capo del Dap, Giovanni Russo e il presidente del collegio del garante nazionale, Riccardo Turrini Vita

Napoli.  

La conferenza dei caranti territoriali delle persone private della libertà si è riunita oggi in assemblea a Roma, con la partecipazione del capo dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, e del presidente del collegio del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Riccardo Turrini Vita, per discutere della grave situazione in cui versano gli istituti penitenziari italiani, nei quali si registra un sovraffollamento pari al 133 per cento e una tragica conta di suicidi.

La nota del portavoce nazionale della conferenza dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello:

La conferenza dei garanti territoriali esprime ancora una volta preoccupazione per il ddl sicurezza e aderisce alla manifestazione indetta da associazioni e sigle sindacali contro il disegno di legge sicurezza, approvato dalla camera e attualmente all’esame del senato, che intende reprimere ogni forma di dissenso anche in quei luoghi dove è più difficile fare sentire la propria voce, come le carceri e i centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) per i migranti irregolari, punendo anche forme di resistenza passiva.

La conferenza dei garanti territoriali esprime inoltre la propria contrarietà rispetto a una norma giuridica che intende costringere in carcere donne incinte anche con i propri bambini. Tale norma è palesemente contraria al senso di umanità e alla dignità che deve essere garantita a qualsiasi persona, oltre che ai principi costituzionali e internazionali a tutela della maternità e dell’infanzia.

La conferenza dei garanti territoriali insiste al contrario nel richiedere l’approvazione urgente ed immediata di misure, anche straordinarie, per ridurre il numero dei detenuti e garantire così la dignità delle condizioni di vita e di lavoro in carcere.