Archeoclub D'Italia MareNostrum: "Non c'è solo la Napoli che spara"

Ecco una sfida vinta. L'esperienza dignificativa dei ragazzi dell’area penale divenuti sub

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Una sfida vinta...

Napoli.  

“Non c’è solo la Napoli dove si spara. Oggi, ai ragazzi dell’Area Penale di Napoli, divenuti sub, grazie al progetto MareNostrum e divenuti sub dopo corsi di formazione con lezioni teoriche e pratiche, abbiamo mostrato il lavoro di operatori tecnico subacquei e l’abbiamo fatto dando supporto alla bella iniziativa di immersione di dodici casse di vino nelle Cantine Sociali che sono nel Golfo di Napoli, nel mare partenopeo.

E lo abbiamo fatto in modo concreto. Questi ragazzi amano molto queste iniziative perchè concretamente loro possono avere il contatto con il mare e possono capire realmente cosa sia il lavoratore di Operatore Tecnico Subacqueo per vincere anche una borsa di studio”. 

Lo ha affermato Francesca Esposito, responsabile attività sociali di Archeoclub D’Italia – MareNostrum.

E oggi, nelle acque antistanti Castel dell’Ovo, si è svolta la cerimonia di immersione di due vini celebrativi Falanghina Metodo Classico e Rosso Riserva di Cantine Carputo per celebrare il trentennale di attività. Le bottiglie sono state trasportate partendo da Molo San Vincenzo: autorità e ospiti erano a bordo della  Motovela della Legalità e della Memoria. In una vita precedente, la motovela si chiamava Oceanis 473 ed era utilizzata dagli scafisti per trafficare persone sulla tratta dalla Turchia alla Sicilia. La Guardia di Finanza l’ha intercettata al largo delle coste siciliane. La Procura della Repubblica di Ragusa l’ha data in custodia ad Archeoclub d’Italia che l’ha trasformata in MareNostrum Dike. MareNostrum dal nome del Dipartimento Marino di Archeoclub D’Italia e Dike dal nome della dea della Giustizia nella mitologia greca.  Due storie straordinarie che si incrociano, perchè da una parte il recupero dei Ragazzi dell’Area Penale di Napoli con un percorso di legalità e redenzione, dall’altra un bene confiscato alla delinquenza che diventa luogo di conoscenza e legalità.

A Napoli, oggi i ragazzi, partecipando all’immersione di 12 casse di vini, voluta dalle Cantine Carputo, i ragazzi non solo hanno collaborato alle operazioni di riprese subacque ma hanno potuto conoscere l’attività di operatori tecnico – subacquei.

“Un momento emozionante. Mi fa piacere che i ragazzi possano reintegrarsi nella società ricredendosi di errori passati. Per quanto riguarda la mia azienda sono orgoglioso del fatto che siamo arrivati al trentennale. I miei figli hanno anche loro questa passione come l’avevo io 30 anni fa. Da questa passione è nata l’idea dei miei figli di dare una svolta con una valorizzazione del territorio dei Campi Flegrei – ha affermato Francesco Carputo, fondatore delle Cantine Carputo  -  ma anche della stessa Città di Napoli. Rivolgo un grande augurio ai miei e l’auspicio è che questa iniziativa venga recepita da tutti e possa avere continuità”.

Questo territorio è anche luogo di sfide vinte. Da una parte i ragazzi che hanno lasciato l’illegalità e dall’altra un’impresa che 30 anni fa ha creduto nella valorizzazione dei vitigni dei Campi Flegrei. Oggi i vini dei Campi Flegrei stanno davvero scalando vette internazionali.

“E’ una sfida vinta. La Doc Campi Flegrei è stata riconosciuta nel 1994, le Cantine Carputo iniziarono la loro attività subito dopo cercando di valorizzare i vini di questo territorio come la Falanghina e Piedirosso. Vini che nei nostri amati Campi Flegrei riescono ad avere un’espressione unica – ha dichiarato Valentina Carputo -  e irripetibile data dalla conformità del territorio che è straordinaria. A Napoli, abbiamo iniziato a celebrare il trentennale con l’immersione dei vini dai quali ci aspettiamo un affinamento straordinario cercando comunque di capire e di sperimentare in che modo sia il metodo classico che il rosso riescano ad affinare in mare”.

Associazionismo e mondo imprenditoriale fanno rete per dare un’altra opportunità ai ragazzi provenienti dal disagio sociale.

“Ci avviciniamo ai 30 anni di attività Siamo riusciti a coinvolgere l’Archeoclub D’Italia, a mettere insieme il lato imprenditoriale, sociale e culturale. L’immersione dei vini è una pratica di nuova sperimentazione  - ha affermato Raffaele Carputo - ma allo stesso tempo c’è già chi l’ha fatta. I benefici sono noti. In ambiente marino, a 40 metri, abbiamo temperatura costante, assenza di luce. La pressione dell’acaqua comprime sul tappo e evita l’ossidazione del vino”.

Le nuove frontiere!

“Le immersioni subacquee aiutano per tre motivi fondamentali: l’assenza di luce, a 40 metri la luce è molto bassa – ha affermato l’enologo Antonio Pesce -  la temperatura costante perchè a quella profondità le temperature non oscillano nelle varie stagioni, l’assenza di ossigeno totale”.

Con il supporto anche della Lega Navale.

“La Lega Navale segue tutti gli eventi dedicate al sociale, è al fianco dei minori a rischio e promuove tutte le attività culturali che valorizzano il territorio. In questo caso specifico abbiamo un evento che vede insieme tutti i valori riguardanti il recupero di ragazzi – ha affermato Michele Sorrenti, Presidente della Lega Navale di Napoli – come  la valorizzazione del territorio dal punto di vista sociale, economico e culturale”.