Autonomia differenziata: monito della docente Daniela Mone

L'impatto che la riforma Calderoli potrebbe avere sulla governance delle Regioni

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L'incontro promosso dal Cup: “Prospettive nefaste, la legge Calderoli, acuisce le asimmetrie e lede il principio di unità”

Napoli.  

Autonomia Differenziata. Daniela Mone, docente di diritto pubblico all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, ha approfondito il tema più dibattuto in questo periodo dell’anno durante l’incontro che si è svolto a Palazzo Serra di Cassano (Napoli) organizzato dal Cup (Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi professionali Napoli e Campania).

La posizione della docente sulla legge n.86 del 26 giugno 2024, è chiara ed analizza con attenzione l’impatto che la riforma Calderoli potrebbe avere sulla governance delle Regioni.

Dall’ incontro, aperto dal presidente del Cup, Domenico de Crescenzo e moderato da Ottavio Lucarelli, presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania e vice presidente del Cup, sono emersi alcuni aspetti interessanti, affrontati da una particolare prospettiva.

Secondo la Mone, “La legge n. 86 del 2024, cd. Calderoli, attua l’art. 116, comma 3 della Costituzione. Tale disposizione, che introduce l’autonomia differenziata nel nostro sistema costituzionale a partire dal 2001 (riforma del Titolo V), in effetti, non necessiterebbe di legge attuativa, come dimostra l’adozione di accordi e preintese già nel 2018 e 2019, fra, rispettivamente, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Governo. Poiché, tuttavia, la disposizione costituzionale è indefinita sotto diversi profili, si è convenuto sull’opportunità di una legge attuativa, appunto, per favorirne un’implementazione omogenea sull’intero
territorio nazionale e nel tempo”.

Pertanto, la docente ha fatto notare che: “La legge che reca, dunque, solo una delle possibili attuazioni dell’autonomia differenziata, presenta diversi profili critici rispetto alla Costituzione. In sostanza, anziché rafforzare l’unità e la coesione sociale (obiettivi cui tende, espressamente, e cui il regionalismo è finalizzato nel nostro ordinamento, in quanto solidale), l’autonomia differenziata, nell’attuazione che ne dà la legge Calderoli, acuisce le disuguaglianze e le asimmetrie e, quindi, lede il principio di unità.

In primo luogo, la nuova normativa consente, alle Regioni ordinarie che lo richiedono, di esercitare funzioni legislative ed amministrative finora di competenza statale, sulla base di un’intesa che vede protagonisti sostanzialmente gli esecutivi statale e regionale. Il Parlamento, in pratica, è spogliato delle proprie competenze senza poter esercitare un ruolo significativo al riguardo.