Napoli, l'ultimo saluto alle vittime del crollo della Vela Celeste

Manfredi: forse non tutti potranno tornare a casa. Don Mimmo Battaglia: il quartiere può risorgere

napoli l ultimo saluto alle vittime del crollo della vela celeste
Napoli.  

I pugni sulle bare e le urla di disperazione: Scampia ha reso l'ultimo saluto a  Roberto, Margherita e Patrizia, morti nel crollo del ballatoio alla Vela Celeste.

Ma non c'è stato l'enorme afflusso di persone che si aspettava alla vigilia. Ha inciso certamente il caldo, ma anche i timori degli sfollati - che hanno occupato l'università - e che per paura dello sgombero sono rimasti in presidio. 

Attivato un rigido protocollo di sicurezza e di assistenza, con in campo anche i volontari della protezione civile. In prima fila anche le istituzioni, dal prefetto Michele di Bari al sindaco Gaetano Manfredi fino al governatore Vincenzo De Luca. Per il Governo, la sottosegretaria con delega ai Rapporti con il Parlamento, Pina Castiello. Presente anche la vicepresidente del Senato Castellone e l'ex presidente della Camera dei deputati, Fico.

"Oltre al cordoglio - il commento del sindaco Manfredi - c'è l'impegno rinnovato di risolvere definitivamente un problema che è qui da più di 40 anni e dare una prospettiva certa alle famiglie che vivono oggi nelle Vele che debbono avere una soluzione abitativa dignitosa".

Il nodo è la possibilità di tornare a casa per i circa 800 sfollati: "E' chiaro che dobbiamo pensare ad una prospettiva che sia di medio periodo. Abbiamo stanziato fine a fine anno un milione, se serve ci sarà uno stanziamento successivo. E' possibile che alcune famiglie non abbiano più la possibilità di rientrare".

I funerali sono stati officiati da don Mimmo Battaglia. L'arcivescovo di Napoli, nella sua omelia, ha lanciato un messaggio chiaro: "Questo quartiere può risorgere", ha detto.

"Gli abitanti di Scampia che per già molto tempo hanno subito etichette mediatiche frettolose e generalizzanti, oggi si ritrovano qui per piangere le vittime di un crollo che va ben oltre le macerie di cemento e ferro, assurgendo a simbolo di un crollo sociale che deve essere arginato, evitato, non solo qui ma in tutte le periferie della nostra città", le parole della guida della chiesa partenopea.

Al termione del rito funebre, palloncini bianchi e azzurri in cielo e un applauso saluta la partenza delle salme.