Napoli, addio acqua pubblica: Padre Alex incatenato

L'intervento della consigliera comunale Marì Muscarà

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Napoli, addio acqua pbblica. Padre Alex incatenato. La consigliera Muscarà: "Pd e movimento 5 stelle, con Fico e Manfredi sono i curatori d’asta della città di Napoli messa in svendita"

Napoli.  

"La giunta del Comune di Napoli con una ‘semplice’ delibera, ha deciso di ultimare lo smantellamento della democrazia passando per l’ulteriore smantellamento de ‘L’acqua bene comune’, l’azienda pubblica che gestisce l’acqua di Napoli. Si tratta di un ultimo colpo inferto a tutto il mondo associativo e dei comitati (oltre che ai cittadini) che si battono veramente da anni per l’acqua pubblica.

Credo che questo mondo debba compattarsi per fare fronte comune - ha dichiarato la consigliera Marì Muscarà -. Alle 11.30 di oggi venerdì 7 giugno ci siamo ritrovati sotto Palazzo San Giacomo con il comitato acqua in merito alla modifica dello Statuto di AcquaBeneComune, azienda speciale.

Alberto Lucarelli e Padre Alex Zanotelli sono i referenti dei comitati, quest’ultimo ha deciso di incatenarsi ad un albero sotto Palazzo San Giacomo.

Si tratta di una giunta liquidatrice e di un sindaco liquidatore, dei beni della città dal ‘Pacco per Napoli’ con i 600 cespiti, ai progetti sulla svendita di Napoli Est e di Bagnoli. 

Non dimentichiamo che l’ultimo atto di privatizzazione fu compiuto nel 2019 dal Movimento 5 Stelle con l’approvazione dell’art. 24 del decreto Crescita, in cui trasformò l’Eipli da ente pubblico, in Società per Azioni, nonostante una delle stelle del Movimento era proprio l’acqua pubblica – continua Muscarà -. Un sistema che è teso a liquidare i beni della città di Napoli impedendo persino sull’acqua, bene primario per eccellenza e di cui la nostra è la Regione più ricca del Sud, di rimanere pubblica. 

Oggi in piazza non c’erano i ‘soloni’ aspiranti alla poltrona europea che forse avranno lasciato qualche volantino altrove.

Dov’è Roberto Fico? Il quale si batteva il petto per l’acqua pubblica e che ha sostenuto e sostiene questa amministrazione che lui chiama ‘laboratorio’: adesso i suoi, ossia coloro che ha messo dentro quel palazzo, hanno tradito l’acqua ed i cittadini per cui prima si stracciavano le vesti" – conclude la consigliera Muscarà.