L'ultima striscia domenicale dei Peanuts e la sua eredità

Non c'è giorno che non pensi a Charles Schultz e ai suoi meravigliosi personaggi - Snoopy su tutti

l ultima striscia domenicale dei peanuts e la sua eredita
Napoli.  

Il 13 febbraio scorso ricorrevano 24 anni dal giorno in cui fu pubblicata l'ultima "tavola" domenicale dei Peanuts, uno dei fumetti più popolari al mondo, certamente di allora, ma - mi piace pensarlo - ancora di oggi. La parte della Terra di qua dall'oceano si preparava (male) alla venuta dell'euro (che non doveva essere solo una moneta), mentre quella di là continuava la sua storia personale di dominio e audace opulenza, incurante di qualche sinistro, seppure nitido, scricchiolio. La striscia (o anche post, come si suol chiamare) - in quel caso ampliata a vera e propria scena allargata, dalle consuete tre o quattro sequenze in bianco e nero giornaliere a un affresco settimanale a colori (da qui "tavola"), che oltre alla vignetta classica più lunga anche di molte inquadrature poteva contenere disegni liberi, pezzi di vecchi post o riflessioni dell'autore - fu pubblicata (solo per un caso) il giorno successivo alla morte di Charles Monroe Schultz, il creatore e l'esecutore materiale di tutte le "storie", diffuse ogni giorno, senza pause o ferie, per quasi 50 anni e su centinaia di quotidiani in tutto il mondo, fino nei suoi angoli più remoti.

Una costanza senza eguali, una perseveranza e una fantasia improponibili per tutti o quasi, una passione e un rigore irripetibili per un uomo solo, per quanto straordinario. Quella tavola conteneva anche le parole d'addio del fumettista statunitense ai suoi lettori - altro evento straordinario fu che nulla di nuovo e originale sarebbe mai più apparso da quel giorno in poi su quotidiani, riviste o libri - già peraltro pubblicate il 3 gennaio di quello stesso anno quando era stata data alle stampe l'ultima striscia giornaliera dell'autore.

Tutto ciò accadeva con grande rammarico dei centinaia di milioni di appassionati nel mondo  - tra cui il sottoscritto - di quegli insuperabili racconti concisi e folgoranti, di quei cortometraggi deliziosi e filosofici, di quelle perle di saggezza, ironia, cultura e civiltà che ancora adesso riscaldano i nostri cuori e allietano le nostre menti. Eppure non è stato sempre così per me.

Non è che quando nei primi anni '70 scoprii queste sgranocchianti "noccioline" (questo in realtà significa peanuts) me ne appassionai più di tanto. Trovavo Linus e compagni troppo statici e intellettuali, privi di quella tensione emotiva e di quella incalzante dinamicità, anche condita di un po' di violenza, che era propria dei giornaletti che andavano allora per la maggiore tra noi ragazzi. Li avrei riscoperti alcuni lustri più tardi, una volta immersomi nella gravida, esplorativa e democratica culturalità bolognese, per farli assurgere, nell'età adulta già bella che acquisita, a momento quotidiano imprescindibile di svago e di riflessione.

Oggi ne inoltro tutti i giorni un loro prezioso esempio - non reliquia ma viva testimonianza di quel genio americano - a una chat di vecchi amici, a rappresentare lo stato d'animo, le voglie, le aspirazioni, le ansie, le preoccupazioni e le sublimazioni di ogni mio nuovo giorno. Non c'è post in cui non mi riconosca, non c'è mattino che non migliori dopo averlo letto e girato ai miei fedeli compagni di viaggio da più di 50 anni (anche la nostra è, perciò, di fatto, un'epopea). Non c'è giorno che non pensi a Charles Schultz e ai suoi tanti, meravigliosi personaggi - Snoopy su tutti - con solida e sincera gratitudine. Ognuno di loro mi ha insegnato qualcosa. Ognuno di loro mi ha lasciato un sorriso, buono tanto per le giornate dure che per quelle leggere. Il "dottor is in" di Lucy chiude spesso le mie relazioni congressuali. Quei "bambini", perciò, più che protagonisti di un fumetto, sono diventati gli alleati di una quotidianità spesso più stringente e insopportabile del dovuto, il rifugio della fantasia e dell'allegria nelle opprimenti ore della ragione e del dovere. E mentre seguo con qualcuno dei miei sensi teleconferenze, storie cliniche, consigli di amministrazione e raccomandazioni legali, una parte di me piccola, viva e imprecisata se ne va con Charlie, Linus, Beethoven, Sally, Snoopy, Lucy e Woodstock a coltivare - salvare sarebbe più corretto dire - la mia anima in un mondo parallelo, brioso, sempre gentile e dolcemente fiorito, che mi permette di comprendere, tollerare e perfino talvolta amare quello in cui vivo, non proprio il migliore possibile.